Il tempo di registrare i risultati del voto in Abruzzo, che hanno fatto sorridere Salvini (anche se meno di quanto si potesse immaginare) e irritato non poco i Cinque Stelle, ed ecco che le attenzioni della politica italiana si sono rapidamente spostate sulla Sardegna. Una regione che ha provato ad alzare la voce già tante volte negli ultimi mesi, gridando di rabbia le sue difficoltà. E che però, guarda caso, viene ascoltata soltanto adesso, con l’appuntamento alle urne che si fa sempre più vicino.
In colpevole ritardo, i i partiti nazionali hanno guardato alla protesta eclatante e crescente dei pastori sardi per il prezzo del latte ovino, così basso da mettere a rischio l’intera filiera. E così, racconta l’Huffington Post, ben tre rappresentanti del governo, premier incluso, hanno di colpo deciso di partire verso Cagliari. Mentre i partiti d’opposizione, perlopiù silenti fino a questo momento, si sono a loro volta affrettati a esprimere tutta la loro solidarietà ai pastori in protesta da una settimana.
Gli allevatori sono in rivolta contro i produttori di formaggio (la maggior parte viene trasformato in pecorino romano) che hanno imposto un prezzo di mercato del latte troppo basso perfino per pagare i costi di produzione, e che ora i manifestanti rovesciano in strada a litri. Le industrie casearie sono disposte a pagare circa 60 centesimi al litro, molto meno degli 85 centesimi dell’anno scorso. Una situazione denunciata da tempo da Coldiretti, ma rimasta inascoltata. Fino a quando i pastori non sono scesi in piazza, tra proteste e blocchi stradali.
E così in un colpo solo ecco arrivare la visita del premier Conte, accompagnato dal ministro dell’Agricoltura Gian Marco Centinaio (Lega) e dalla ministra per il Sud Barbara Lezzi (M5S). Via le dichiarazioni su come ricostruire le zone colpite dal sisma e sulle carenze infrastrutturali dell’Abruzzo, ora si parla solo del prezzo del latte: “La loro protesta e le loro istanze non possono rimanere inascoltate. Occorre comprendere subito le loro ragioni. Sarò a Cagliari per avviare un Contratto istituzionale di sviluppo e sarà questa una buona occasione per incontrarli”, ha scritto il capo del governo.
A tempo di record, già è stato predisposto un set di possibili soluzioni per i problemi dei pastori. Il vicepremier Matteo Salvini ritiene sia da stabilire un “prezzo di minimo fissato per legge così come accade in altre filiere per evitare che ci sia qualcuno che specula”. Per Centinaio non sono da escludere “aiuti di Stato”. Maurizio Martina del Pd ieri ha proposto la creazione di un fondo pubblico per il latte ovino da almeno 25 milioni di euro. Dal silenzio assoluto alla pioggia di alternative. In attesa, ovviamente, del voto.
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