“Armi, armi, armi”. È questa la pressante richiesta avanzata dal ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba, a margine della riunione ministeriale della Nato a Bruxelles. Kuleba, durante il suo intervento, spiega che l’unico modo per contenere e sconfiggere l’esercito russo di Vladimir Putin è quella di contrastarlo armi in pugno. Secondo lui, con più armi pesanti, Kiev potrebbe vincere la guerra contro Mosca.
“La mia agenda è molto semplice, ha solo tre temi: armi, armi, armi. – chiarisce subito Kuleba a Bruxelles – Il modo migliore per aiutare l’Ucraina ora è fornire tutto il necessario per contenere Putin e per sconfiggere l’esercito russo nel territorio ucraino, in modo che la guerra non si estenda oltre. L’esercito ucraino e l’intera nazione ucraina ha dimostrato che sappiamo combattere. – prosegue il ministro degli Esteri di Kiev – Sappiamo come vincere, ma senza forniture sufficienti delle armi che abbiamo richiesto, queste vittorie saranno accompagnate da sacrifici enormi”.
“Più armi arrivano e prima arrivano, più vite umane verranno salvate. – insiste Kuleba – Chiedo agli alleati di mettere da parte le esitazioni a fornire all’Ucraina quello che ci serve perché, per quanto possa sembrare bizzarro, le armi servono alla causa della pace. Credo che il patto che l’Ucraina sta offrendo sia equo. Voi ci date armi, noi sacrifichiamo le nostre vite e la guerra viene contenuta in Ucraina. Non dovrebbero esserci differenze tra armi offensive e difensive e i Paesi che dicono che ci forniranno armi difensive ma non sono nelle condizioni di fornirci armi offensive, sono ipocriti. È un approccio iniquo ed ingiustificato”.
L’Ucraina ha bisogno di aerei e missili per difendere le coste, veicoli blindati, sistemi per la contraerea pesante. – ribadisce Kuleba – Continueremo ad insistere affinché venga imposto un totale embargo sul petrolio e sul gas russi, vengano sconnesse da Swift tutte le banche russe, tutti i porti siano chiusi alle navi russe, con un numero minimo di eccezioni. E francamente spero che non dovremo affrontare ancora una situazione in cui per aumentare la pressione sulla Russia, con le sanzioni, sono necessarie atrocità come quelle di Bucha”, conclude.
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