I tre giorni, discussi e criticati, del Congresso delle Famiglie sono ormai alle spalle. Ma a Verona la propaganda “pro vita” non si è certo fermata, arrivando fino ai banchi di scuola, Quelli in particolare dell’Istituto tecnico Luciano Dal Cero di San Bonifacio, piccolo comune di poco più di ventimila persone a qualche chilometro dal capoluogo veneto. Una struttura che ospita 1.100 studenti provenienti da tutto il circondario. E dove il “centro di aiuto alla vita”, una delle sedi operative del Movimento Per la Vita, installa da anni un’esposizione di 27 pannelli.
Una manifestazione che, racconta l’Espresso, avviene nella sede centrale della scuola e nell’aula magna della succursale e che dura circa un mese e mezzo. Gli argomenti trattati da quelli che una circolare della dirigente scolastica Silvana Sartori definisce “cartelli informativi” sembrano molto in linea con la kermesse andata in scena nei giorni scorsi e che ha visto sfilare i principali esponenti della Lega insieme a Giorgia Meloni e ospiti provenienti da ogni parte del mondo.
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Largo dunque alla famigerata “famiglia naturale fondata sul matrimonio tra uomo e donna, centro e cuore della civiltà dell’amore”, a scapito di qualsiasi altri tipo di unione, civile compresa, malgrado regolata da una legge del 2016. E ancora: la pillola del giorno dopo diventa un modo per “deresponsabilizzare il giovane di fronte al valore della vita e della sessualità”.
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Focus poi sull’aborto e sul dramma di “
cinque milioni di bambini abortiti in strutture pubbliche o convenzionate in adempimento alla legge 194″. Una visione decisamente a senso unico dei temi trattati, che non contribuisce a sollevare dibattiti ma mira evidentemente a influenzare i giovani studenti che frequentano la struttura. “L’essere umano va rispettato e trattato come una persona sin dal suo concepimento”. Il tutto accompagnato da personaggi storici, figure della fede cattolica e scienziati.
A rendere ancora più singolare la vicenda, una circolare interna emanata il 26 febbraio scorso dalla dirigente scolastica che annunciando l’istallazione della “mostra” invita i docenti (in particolar modo quelli di religione) a “valorizzare l’iniziativa coinvolgendo gli studenti”.
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