Dopo una breve pausa, la politica torna a discutere di aborto e di legge 194 sull’interruzione di gravidanza. A far riesplodere la polemica è una proposta di legge presentata dal senatore di Fratelli d’Italia Roberto Menia che ha lo scopo di riconoscere, come si legge nel testo, “la capacità giuridica ad ogni essere umano”. Insomma, quella del senatore del partito di Giorgia Meloni è una proposta, che ricalca quella già presentata ad inizio legislatura dal senatore di Forza Italia Maurizio Gasparri, che potrebbe mettere in discussione il diritto stesso delle donne di decidere se abortire o no. Per questo motivo le opposizioni sono già sul piede di guerra. E meno male che la Meloni in più occasioni ha assicurato che il suo obiettivo non è quello di abolire la legge 194, ma di rafforzarla garantendo alle donne in difficoltà “il diritto a non abortire”.
L’obiettivo della proposta di legge presentata dal senatore Menia è dunque quello di “dichiarare che ogni uomo ha la capacità giuridica in quanto uomo, cioè che la soggettività giuridica ha origine dal concepimento, non dalla nascita”. Per arrivare a questo però occorrerà mettere mano all’articolo 1 del Codice Civile per modificarlo radicalmente. Parole che riprendono quasi alla lettera il contenuto della proposta di Gasparri.
“Si tratta di riconoscere, anche nell’ambito giuridico, che embrione, feto, neonato, bambino, ragazzo, adolescente, giovane, adulto, anziano, vecchio sono diversi nomi con cui si indica una identica realtà, un identico soggetto, lo stesso essere personale, lo stesso uomo”, si legge ancora nel testo. Presentando la sua proposta, il senatore Menia spiega inoltre che “è indispensabile individuare con chiarezza il significato giuridico dell’essere umano nella fase più giovane della sua esistenza”.
Ma la mossa del centrodestra scatena l’inevitabile reazione delle opposizioni. Alessandra Maiorino del Movimento 5 stelle bolla la proposta di legge come un “monstrum giuridico. Il partito di Meloni vuole derubare le donne della proprietà sul proprio corpo e attribuire soggettività giuridica superiore a un ovocita fecondato rispetto alla femmina”, affonda il colpo la pentastellata. “Riconoscere la capacità giuridica del concepito, come propone FdI in un ddl depositato al Senato, vuol dire solo una cosa: cancellare il diritto della donna di autodeterminarsi nella scelta di diventare madre o meno”, attacca invece Simona Malpezzi, capogruppo del Pd a Palazzo Madama. “Una proposta buona per la propaganda della destra, ma assai pericolosa sul piano dei diritti”, accusa Luana Zanella, capogruppo dell’Alleanza Verdi-Sinistra.
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