Due lettere diverse, una indirizzata al ministro della Difesa Lorenzo Guerini e l’altra a quello dell’Economia Roberto Gualtieri, per chiedere di far sgomberare gli edifici occupati abusivamente da CasaPound Italia. Nello specifico, la sede di via Napoleone III occupata alla fine del 2003 nel quartiere Esquilino, e l’altra a Ostia, in via delle Baleniere, gestita da un’associazione legata a CasaPound Italia.
La sindaca ha chiesto lumi a Gualtieri sull’iter di sgombero dell’immobile occupato illegalmente da circa 15 anni, un palazzo che è di possesso del ministero dell’Economia e per il quale già negli scorsi mesi erano state sollevate tante polemiche. Allo stesso modo la prima cittadina ha chiesto di ripristinare la legalità negli immobili di Ostia, di proprietà dell’Areonautica Militare. Secondo quanto anticipato da Tpi, la Raggi ha chiesto che venga accertato lo stato di “bisogno” delle famiglie che lo hanno occupato e, in caso fosse riscontrato, che le famiglie vengano affidate all’
assistenza pubblica. Nel testo la Raggi ha anche domandato di ripristinare una situazione di legalità per quanto riguarda gli immobili di Ostia, che sono proprietà dell’Areonatica Militare e quindi legati al ministero della Difesa. Circa un centinaio di persone si sono riuniti a Ostia per un sit-in dimostrativo contro l’’occupazione dei locali del ministero della Difesa. “Protestiamo contro una vera e propria sfida allo Stato da parte di Casapound – ha spiegato Fabrizio De Sanctis, presidente dell’Anpi Roma, organizzatore dell’evento – Questi movimenti che si rifanno al fascismo devono essere stroncati. Le persone che hanno bisogno non devono essere strumentalizzate da questi movimenti”.
Stando a quanto emerso durante le indagini svolte dalla procura, le famiglie che abitano all’interno del palazzo non sono in stato di necessità e alcuni degli occupanti lavorano per enti comunali e regionali, come l’agenzia che si occupa degli eventi culturali Zetema Progetto Cultura. Il palazzo occupato Casapound è anche la sede legale del partito, come risulta dalle dichiarazioni presentate in occasioni delle ultime elezioni europee.
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