Un Def che non prevede una manovra correttiva, ma costringe il governo a cambiare i toni. E così Giuseppe Conte, che aveva parlato del 2019 come “un anno bellissimo”, si è trovato a doversi mordere la lingua, rendendosi conto di aver decisamente esagerato. D’altro canto il Governo stimava una crescita dell’1,5% e solo dopo pressioni europee la aveva ritoccata all’1%. Ora nero su bianco la crescita è stimata allo 0,1%, con il Pil programmatico che si isserà fino allo 0,2% per effetto dei provvedimenti del Governo, Dl Crescita e Dl Sblocca Cantieri.
“Ho detto che sarebbe stato un anno bellissimo, ma era una battuta di reazione a una previsione molto pessimistica” è stata la retromarcia del premier, costretto a correggere il tiro. “Ma in decine di altri discorsi sull’economia abbiamo rappresentato che la nostra politica economica non può essere affidata a una battuta… Non c’è stata nessuna cattiva previsione, non si è perso affatto tempo, le nostre stime nascono da una situazione diversa, ma oggi c’è un congiuntura completamente diversa”.
Per Conte “non è vero” che reddito di cittadinanza e quota 100 “non spostano in fatto di crescita, perché anche noi nelle nostre previsioni stiamo valutando che avranno un impatto positivo, ci auguriamo anzi maggiore”, ma “lo valuteremo nel secondo semestre, ora non sono ancora valutabili”: anche per questo, secondo il Governo, la crescita potrebbe essere superiore allo 0,2%.
Conte chiede di essere creduto, poi, quando assicura che “non prevediamo una patrimoniale e l’aumento dell’Iva”. Non scatteranno le clausole di salvaguardia alla fine dell’anno, anche se sui modi per ottenere questo risultato ci sono pochi dettagli a cui appigliarsi: per evitare l’aumento dell’Iva, il Governo punterà su “spending review e tax expenditure”. E invece, per quanto riguarda la Flat Tax “ci stiamo già lavorando, e confidiamo dopo la pausa estiva di avere dei programmi più definiti e dettagliati su cui lavorare”.
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