Un orario di lavoro ridotto, senza abbassare i salari, così da ridistribuire la ricchezza e far aumentare l’occupazione. Una ricetta che arriva da Pasquale Tridico, presidente dell’Inps, intervenuto durante una lezione sulle disuguaglianze nel capitalismo finanziario alla Sapienza per dare un consiglio al governo: “La riduzione dell’orario di lavoro, a parità di salario, è una leva per ridistribuire ricchezza e aumentare l’occupazione”.
Per il presidente dell’istituto di previdenza “siamo fermi in Italia all’ultima riduzione dell’orario dal 1969, non ci sono riduzioni da 50 anni e andrebbe fatta. Gli aumenti di produttività vanno distribuiti o con salario o con un aumento del tempo libero. Con questa riduzione aumenterebbe l’occupazione”. Ma ridurre l’orario di lavoro non è l’unica ricetta per invertire la disuguaglianza e favorire l’occupazione: l’altra proposta rilanciata da Tridico è quella del “salario minimo per coprire fasce oggi non coperte dalla contrattazione collettiva”.
Altra possibilità è quella di introdurre “un reddito minimo garantito condizionato alla povertà, un programma di lavoro pubblico come strumento automatico di stabilizzazione (un lavoro transitorio di cittadinanza), limiti alla mobilità dei capitali, regole antidumping sociale e ambientale nel commercio internazionale”.
Secondo Tridico il modello del neo-liberalismo porta maggiore disuguaglianza, senza produrre crescita economica: “La diseguaglianza è aumentata e deve essere considerata anche un problema di crescita, la concentrazione di redditi in mano a pochi determina una espansione lenta dei consumi, in quanto la propensione al consumo delle classi più ricche è marginale rispetto ai più poveri”.
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