Nel giorno della visita di Mario Draghi a Washington per incontrare Joe Biden, Matteo Salvini rilascia una lunga intervista in cui chiede ai due presidenti di parlare di pace in Ucraina. Ormai da un paio di mesi il leader della Lega ha smesso i panni della ‘Bestia’ per vestire quelli del pacifista gandhiano. Ma ora ritiene sia giunto il momento di premere ancora di più sull’acceleratore della pace, viste anche le recenti dichiarazioni più distensive rilasciate da Emmanuel Macron, Volodymyr Zelensky e persino da Vladimir Putin.
“Visto il contesto economico difficile, visto il tasso di disoccupazione, vista l’inflazione che cresce, visto il costo delle bollette di luce e gas, visto il costo delle materie prime, visto il caro benzina, il caro metano, il caro diesel, non possiamo più permetterci altri mesi di guerra. – mette in chiaro Salvini – Arrivare alla pace subito è vitale, è questione di sopravvivenza. Dall’incontro Draghi-Biden mi aspetto che parlino di pace, lavorino per la pace e preparino la pace”.
“Noi non siamo in guerra contro nessuno. – prosegue Matteo Salvini – Mi rifiuto di pensare che 60 milioni di italiani vogliano far la guerra. Se c’è qualcuno che usa parole di guerra e ama parlare di armi più che di pace nel 2022 è fuori luogo. C’è un Paese che ha aggredito e un Paese che è stato aggredito. La Russia che ha aggredito e l’Ucraina che è stata aggredita. Dopo quasi tre mesi da questa premessa contiamo alcune decine di migliaia di morti e da più dichiarazioni si intuisce che entrambe le parti in guerra vogliano farla finita”.
“Nessuno nel 2022 vince la guerra sul campo, se qualcuno dall’altra parte del mondo vuole consumare su campi altrui propri obiettivi geopolitici non è il caso e non è il momento e non con il sangue degli ucraini, dei russi e degli italiani. – Salvini lancia una frecciata agli americani – Quindi inviare nuove armi in un contesto come questo allontanerebbe la pace e non mi sembra assolutamente opportuno.
Spero che nei 27 Paesi membri dell’Unione europea non ci sia nessuno che tifa per la guerra, qualche ex Paese membro dell’Unione europea, penso anche per problemi politici interni, sembra che usi solo parole di guerra. Noi non dobbiamo inseguire coloro che giocano alla guerra con i morti e con la sofferenza degli altri. Mi aspetto che dal viaggio a Washington emerga l’Italia che è sempre stata l’Italia di Aldo Moro, di Bettino Craxi, di Prodi e di Berlusconi”, conclude il leader della Lega.
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