Conte canta già vittoria? Presto per dirlo, ma il premier, alle prese con una crisi appena nata, sente già di poter tirare un sospiro di sollievo, almeno al Senato. Gli eletti all’estero del Maie, Movimento Associativo Italiani all’Estero, hanno già espresso infatti tutta la loro vicinanza a Palazzo Chigi. E così, forte di numeri che sembrano improvvisamente dalla sua, il presidente del Consiglio ragiona sul modo migliore di affrontare la sfida posta da Matteo Renzi: la tentazione è sfidarlo in Parlamento per batterlo di fronte agli occhi di tutti, senza però polemizzare troppo.
Per arrivare a una maggioranza assoluta in Senato servono 161 voti. Non facile, dopo il passo indietro di Italia Viva. Eppure proprio all’interno del partito di Renzi, lo strappo ha avuto degli effetti imprevisti: 6 renziani stanno già valutando un progetto di sostegno a Conte, consapevoli della gravità del momento. A loro si potrebbero unire anche 4 berlusconiani e due grillini finiti al Gruppo Misto dopo aver rotto con il Movimento. La partita, insomma, sarebbe ancora tutt’altro che chiusa.
Tra lunedì e martedì 18 e 19 gennaio, il premier punta a chiudere la partita. Prima il dibattito parlamentare, poi la fiducia alla Camera e al Senato. Dovesse andare bene, valuterà poi se dar vita a un Conte-ter, assegnando i ministeri dell’Agricoltura e della Famiglia, lasciati vuoti dalle dimissioni dei titolari renziani. Nel frattempo, però, da Palazzo Madama arrivano i nomi dei primi “responsabili”: Antonio Razzi e il detentore del simbolo socialista Riccardo Nencini.
Certo, i margini di incertezza ci sono. Ma la sensazione è positiva. Ci sono senatori che pure non essendo nella maggioranza già votano la fiducia, come De Bonis del Maie. Ed ex grillini spesso schierati con i giallorossi, come De Falco. Poi i senatori a vita. E infine parti di Italia Viva e Forza Italia pronte al salto. Le trattative proseguono serrate. Ma Conte, in queste ore, non ha nascosto un timido sorriso.
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