Ha incassato con classe le accuse, immotivate, che arrivavano dagli avversari, incapaci di accettare il verdetto della pista. Ora, con la giusta calma, Marcell Jacobs inizia a prendersi la sua personalissima rivincita, e con sommo gusto. Doppia medaglia d’oro agli ultimi Giochi, l’atleta infatti assite al caso che vede coinvolto l’inglese Cj Ujah, argento con i compagni nella staffetta 4×100, finito nel mirino e sospeso per presunto doping.
“Le accuse e i dubbi su di me non mi hanno toccato perché so tutti i sacrifici che ho fatto. Credo però che qualcuno dovrebbe guardare quello che hanno in casa prima di attaccare. Pochi giorni fa dicevano tante cose su di me, mentre ora l’accusa è per uno staffettista britannico” ha spiegato Jacobs a UnoMattina, su Raiuno, commentando la notizia della sospesione di Ujah.
La squadra inglese, formata da Zharnel Hughes, Richard Kilty e Nethaneel Mitchell-Blake, era stata superata dall’Italia che invece aveva vinto l’oro.. Jacobs ha anche spiegato perché ha rinunciato a tornare in pista il 21 agosto negli Stati Uniti: “Non è una decisione semplice, ma arrivi a un punto in cui capisci che questo è solo un punto di partenza e il prossimo anno ci sono appuntamenti importanti e io voglio arrivare al top del top e ho bisogno di prendere tempo per migliorare su alcuni aspetti che mi mancano. Devo resettare il sistema per ricominciare”.
Infine, qualche impegno per il futuro: “L’anno prossimo correrò anche i 200 metri per abbassare il mio tempo e migliorare nei cento. I tempi? Credo si possa fare anche meno di 9″77. Io sogno in grande e non mi pongo limiti. Quel 9″80 fatto a Tokyo senza vento sarebbe stato 9″77 con un briciolo di vento, quindi non dico nulla di strano. Se ti poni dei limiti poi non puoi superarli, per questo non me li pongo”.
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