Giallo dentro Forza Italia dopo la pubblicazione degli audio ‘rubati’ a Silvio Berlusconi. Le parole del leader azzurro in difesa di Putin e contro Zelensky sulla guerra in Ucraina stanno provocando un terremoto politico. La caccia ai traditori potrebbe aver portato a scoprire la loro identità: sarebbero due parlamentari non ricandidati alle ultime elezioni. Una vendetta contro Berlusconi dunque che, però, mette in seria difficoltà Giorgia Meloni e a rischio la nascita del nuovo governo.
Per questo la premier in pectore si è subito precipitata ad avvertire l’alleato che sarà fuori dall’esecutivo chi non si schiera senza esitazioni dalla parte della Nato e dell’Europa. Sollecitazioni a cui Berlusconi ha risposto con una nota in cui giura eterna fedeltà agli alleati occidentali. La neo eletta capogruppo al Senato del partito, Licia Ronzulli, parla apertamente di “un atto criminale”. Mentre c’è chi sospetta che si tratti di un atto di “sabotaggio” contro Antonio Tajani che stava per essere nominato ministro degli Esteri.
Sulla vicenda però emergono alcuni interessanti retroscena. “Berlusconi non è impazzito. – spiega l’ex forzista Osvaldo Napoli, ora passato in Azione – Segue una strategia precisa. Vuol tenere Meloni il più possibile sulla corda e destabilizzare la nascita dell’esecutivo”. Tesi sposata anche da un altro ex fedelissimo del Cavaliere, Fabrizio Cicchitto.
“Guardate che Berlusconi era così anche vent’anni fa. – conferma Cicchitto al Foglio -. La resa scenica è logorata dagli anni, certo, ma l’animus pugnandi è lucido. Silvio a volte fa cose irrazionali che dipendono da un’esorbitante personalizzazione dei conflitti. E ora gli interessa solo una cosa, credetemi e non è politica: lui vuole sfregiare Giorgia Meloni, l’abusiva. Silvio non sopporta nessuno che lontanamente possa essere il suo successore, nemmeno con il suo sostegno. Ed è incapace di accettare l’idea che gli anni siano passati, e che una storia sia finita”, conclude.
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