“Quando ho provato a chiedere la pace in Ucraina a Putin ho trovato un muro”. È questa la rivelazione fatta dal presidente del Consiglio Mario Draghi di fronte agli studenti veronesi. Nella giornata di giovedì 20 maggio il premier si reca in visita alla scuola secondaria inferiore Dante Alighieri di Sommacampagna, in provincia di Verona. Draghi però non si limita a parlare solo di guerra, ma racconta anche alcuni episodi importanti della sua vita privata.
“Quel che si deve fare è cercare la pace, far in modo che i due smettano di sparare e comincino a parlare. Questo è quello che noi dobbiamo cercar di fare. – dichiara Draghi di fronte agli studenti veronesi – A Putin ho detto ‘la chiamo per parlare di pace’, e lui mi ha detto ‘non è il momento’. ‘La chiamo perché vorrei un cessate il fuoco’, ‘non è il momento’. ‘Forse i problemi li potete risolvere voi due, perché non vi parlate?’, ‘Non è il momento’. Ho avuto più fortuna a Washington parlando con il presidente Biden. Solo da lui Putin vuol sentire una parola e gli ho detto che telefonasse. Il suggerimento ha avuto più fortuna perché i loro ministri si sono sentiti”.
“Dopo la guerra con l’Ucraina dobbiamo pensare ai cittadini russi, e pensare a loro come cittadini del mondo, dobbiamo considerarli come noi. Perché loro non sono i nemici, e questo è cercare di parlare di pace”, Draghi conclude così il discorso sulla guerra prima di passare ad un argomento più ‘leggero’. “Devo qualcosa a qualcuno nella mia vita per quello che sono diventato? – risponde agli studenti – Io devo moltissimo ai miei genitori, soprattutto dal punto di vista psicologico e formativo, per l’amore per il lavoro che mi hanno insegnato e il rispetto delle regole e una coscienza di quello che sei”.
“Ho avuto degli insegnamenti straordinari a scuola, all’università e negli studi fatti in America e in Italia. – confida il premier ai ragazzi – La gente non capisce quanti insegnanti bravi ci sono. Sono quelle persone che non solo si sacrificano ma si divertono a stare con i ragazzi. Sono quelli che danno i primi messaggi della vita, aiutano a trovare la consapevolezza di voi stessi. Ma la persona che devo ringraziare negli ultimi quaranta-cinquantanni è mia moglie, per la capacità di capire i momenti. Per la famiglia, i figli”, conclude Draghi.
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