In Ucraina proseguono senza sosta i bombardamenti dell’esercito russo sulle città e sulle postazioni dei combattenti ucraini. In parallelo si sviluppa anche una tragica guerra di numeri sulle vittime, civili e militari, del conflitto. Al netto della propaganda di guerra che storicamente viene utilizzata da tutte le parti in causa, la certezza è che i morti sono già migliaia, da una parte e dall’altra. In questo quadro drammatico non si spengono però le speranze di arrivare presto alla pace. E le parole pronunciate dal ministro degli esteri russo Sergei Lavrov aprono uno spiraglio in questo senso.
“Ho fiducia che verrà trovata una soluzione. Siamo pronti al dialogo. Le richieste di Mosca ai negoziati sono minime”, dichiara Lavrov a poche ore dall’apertura del secondo incontro tra le delegazioni russa e ucraina in territorio bielorusso. Le possibilità che già oggi si riesca a raggiungere un accordo, almeno per un temporaneo cessate il fuoco, sembrano però ridotte al lumicino. Ma l’apertura del ministro degli Esteri russo lascia ora ben sperare.
“Ma gli Usa dominano l’Europa come Napoleone o Hitler a suo tempo. Si spera che l’isteria svanirà. E che l’Occidente supererà la sua frenesia”, aggiunge però Lavrov cambiando completamente registro e accusando l’Occidente “di considerare una guerra nucleare”. La Russia al momento non può infatti mostrarsi troppo debole di fronte ai suoi avversari, ma deve cercare di conquistare quanto più terreno sul campo di battaglia per poi poter giocare le sue carte quando, inevitabilmente, le armi lasceranno spazio alle parole.
Ad ogni modo, nonostante le rassicurazioni di Lavrov, tutte le principali città ucraine, comprese la capitale Kiev e il secondo maggiore centro Kharkiv, si trovano al momento sotto assedio. E niente lascia presagire che i russi decideranno di ritirarsi prima di aver ottenuto una vittoria totale.
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