Un caso che continua a tenere banco, quello relativo alle polemiche che hanno visto come protagonista la senatrice Liliana Segre, 89 anni sopravvissuta all’Olocausto. Prima l’astensione del centrodestra sul voto alla Commissione voluta dalla testimone della Shoah, poi le minacce ricevute sui social che hanno spinto la Prefettura di Milano ad assegnarle una scorta. Nelle scorse ore, un nuovo capitolo: il mancato riconoscimento della cittadinanza onoraria da parte della città di Pescara.
“Mancano i presupposti per dare la cittadinanza onoraria perché manca un legame con il nostro territorio: a questo punto dovremmo conferirla anche ai tanti rappresentanti delle istituzioni che ricevono pubbliche offese e minacce” ha detto Vincenzo D’Incecco, capogruppo della Lega al Comune abruzzese, rispondendo alla proposta di Marinella Sclocco, consigliera comunale di centrosinistra. Fratelli d’Italia, per non farsi mancare niente, ha invece proposto di conferire l’onorificenza ai parenti delle vittime delle foibe.
La Segre, di fronte a questa lunga lista di episodi avvilenti, ha iniziato a perdere la speranza. Stando a quanto riportato da Repubblica, che cita fonti vicine alla donna, sarebbe stanca e scoraggiata, al punto da valutare la possibilità di abbandonare la guida della commissione da lei proposta. Molti parlamentari si sono subito schierati dalla sua parte, tentando di farle cambiare idea.
Salvini nelle scorse ore aveva parlato di solidarietà incondizionata alla Segre, una posizione ben diversa da quella manifestata precedentemente quando si era limitato a commentare la notizia dell’assegnazione della scorta con un secco: “Anche io ricevo tante minacce ogni giorno”.
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