Nel 2018 la spesa media mensile delle famiglie italiane è stata di 2.571 euro mensili a nucleo familiare, risultato sostanzialmente invariato rispetto al 2017 (+0,3%) ma in contrazione dello 0,9% se si considera l’inflazione dell’1,2 %. La fotografia lanciata dall’Istat, registra per la prima volta dal 2013 un dato negativo in termini reali, interrompendo la moderata dinamica positiva registrata tra il 2014 e il 2017. Guardando poi il divario territoriale e sociale, tra Nord e Sud del paese la differenza in termini di spese è di 800 euro, nonché fra le famiglie più ricche e quelle meno abbienti, dove il rapporto è di 5 a 1, le prime spendono cinque volte di più rispetto alle seconde. A spendere di più sono le famiglie la cui persona di riferimento è imprenditore o libero professionista (4.025 euro mensili), seguite da quelle di dirigenti, quadri o impiegati (3.314 euro). In contrapposizione invece, tra i dati salta all’occhio che le famiglie composte da soli stranieri spendono in media il 35% in meno rispetto a quelle italiane.
La composizione della spesa resta sostanzialmente immutata rispetto al 2017: è ancora l’abitazione ad assorbire la quota più rilevante (35,1% della spesa totale), seguita dalla spesa per prodotti Alimentari e bevande analcoliche (18,0%) e da quella per Trasporti (11,4%). Coerentemente con le linee guida internazionali, e con i Report precedenti, nella spesa per l’abitazione è compreso l’importo degli affitti figurativi, cioè la spesa che le famiglie dovrebbero sostenere per prendere in affitto un’abitazione con caratteristiche identiche a quella in cui vivono e di cui sono proprietarie, usufruttuarie o che hanno in uso gratuito. Anche al netto di tale posta, nel 2018 la spesa media familiare in termini correnti (1.982 euro) è stabile rispetto al 2017 (+0,2%).
Cosa comprano gli italiani
Secondo i dati Istat, le famiglie hanno speso per prodotti Alimentari e bevande analcoliche in media 462 euro mensili, senza differenze significative rispetto ai 457 euro del 2017. Più nel dettaglio, aumenti di spesa si registrano per le carni (98 euro mensili, +4,0% rispetto all’anno precedente), i pesci e i prodotti ittici (41 euro mensili, +3,4% sul 2017) e per caffè, tè e cacao (15 euro, +5,0%). Le carni costituiscono anche la voce di spesa alimentare più importante in termini di composizione del carrello, rappresentando il 3,8% della spesa totale; il pesce pesa meno della metà delle carni (1,6% della spesa complessiva) e caffè, tè e cacao appena lo 0,6%. Sarà per le tendenze salutistiche e affini, ma solo la spesa per zucchero, confetture, miele, cioccolato e dolciumi (che rappresenta appena lo 0,7% della spesa totale) diminuisce significativamente (19 euro mensili, -2,6% sul 2017).
La spesa per beni e servizi non alimentari è di 2.110 euro mensili, anche questa stabile rispetto al 2017 (2.107 euro). Per Abitazione, acqua, elettricità e altri combustibili, manutenzione ordinaria e straordinaria la spesa resta invariata rispetto all’anno precedente (con l’eccezione del Nord-est, dove si contrae del 3,5%) e pari a 903 euro (il 35,1% del totale), di cui 589 euro di affitti figurativi. Tra le spese non alimentari, la quota più rilevante dopo l’abitazione è destinata ai Trasporti (11,4%, 292 euro); seguono, nell’ordine: Altri beni e servizi (cura della persona, effetti personali, servizi di assistenza sociale, assicurazioni e servizi finanziari; 7,2%); Servizi ricettivi e di ristorazione e Beni e servizi ricreativi, spettacoli e cultura (entrambe le voci pari a circa il 5,0% del totale, approssimativamente 130 euro mensili ciascuna); Servizi sanitari e salute (4,7%, 121 euro mensili); Abbigliamento e calzature (4,6%, 119 euro mensili); Mobili, articoli e servizi per la casa (4,2%, 108 euro). Solo la spesa per Comunicazioni (pari al 2,4% della spesa totale, 62 euro mensili) si contrae in misura significativa rispetto al 2017 (-2,5%), contrariamente a quanto accaduto lo scorso anno (+2,5%).
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