Il locale strapieno, più di quanto avrebbe dovuto. Con tantissimi giovani e giovanissimi in attesa di un artista, Sfera Ebbasta, che non sarebbe mai arrivato. Avvisato di quanto accaduto, con lo spray al peperoncino usato all’improvviso nel locale gremito a scatenare un drammatico fuggi fuggi costato la vita a sei persone. Mai entrato in quel locale di Corinaldo, la Lanterna Azzurra, dove si è consumata una tragedia assurda. E dove forse, questa l’accusa circolata in rete nelle ultime ore, non sarebbe comunque mai arrivato. Un’esca per attirare ragazzi e ragazze della zona.
Accuse prontamente respinte dagli organizzatori dell’evento. Fissato, però, in una data in cui il rapper milanese aveva già un altro impegno a Rimini, a oltre 90 chilometri di distanza, in un’altra discoteca di nome Altromondo Studios. Qui Sfera Ebbasta, all’anagrafe Gionata Boschetti, è effettivamente arrivato, nel giorno tra l’altro del suo 26esimo compleanno, esibendosi soltanto per una mezz’ora o poco più. Il tempo di cinque brani, poi il frettoloso saluto ai fan delusi, spiegando di dover andar via. In teoria per correre verso la Lanterna Azzurra, dove era atteso già da ore.
Qualcuno, in rete, ha azzardato ipotesi terribili, sostenendo che la presenza di Sfera fosse un inganno e l’uso di spray al peperoncino un diversivo per giustificare l’improvvisa cancellazione dello show. Tutto smentito, come detto, dagli organizzatori. La conferma, purtroppo, di un mondo di eventi dal vivo che gioca sulla pelle dei fan, spremuti fino all’ultima goccia di pazienza e sudore, accalcati in locali e discoteche in attesa di artisti che, nella stessa serata, hanno in agenda due o tre appuntamenti diversi e che arriveranno, se arriveranno, con un ritardo monstre.
Dietro la tragedia di Corinaldo c’è un problema, quello della sicurezza, che torna purtroppo d’attualità soltanto in circostanze così terribili. I biglietti strappati sono sempre più di quelli teoricamente consentiti, in barba alla Siae. I locali strapieni, come denunciato in queste ore da Fedez, uno che tra le discoteche ha girato per anni. E che parla di gestori che accalcano ragazzi e ragazze “a tappo”, lasciandoli in attesa per ore, con il consumo di alcolici a impennarsi e i nervi a farsi sempre più tesi.
Di ritardi, assenze ed esibizioni “micro”, poi, i resoconti dei giornali sono pieni. Cantanti e dj, soprattutto. Ma anche ospiti del mondo dello spettacolo. Persino Ruby, la “nipote di Mubarak” di berlusconiana memoria, era finita nel mirino anni fa per una serata lautamente retribuita al Karma di Milano durata soltanto venti minuti. Poi via, verso altre avventure. O Cecilia Rodriguez, sorella del sex symbol Belen e famosa per le avventure nei reality show italiani, e contestata al Baldì Disco Village di Roma dai fan impazienti.
Un micromondo di eventi organizzati per vendere, riempire, attirare. Con artisti che spesso si fermano per meno di un’ora, correndo poi verso altre serate, verso altre folle in attesa da ore. Come nel celebre sketch di Fantozzi, dove il maestro Canello si esibiva durante il cenone di Capodanno fino alle dieci e mezza, mandava avanti l’orologio e fuggiva a presenziare un altro appuntamento. Con la differenza che, però, stavolta non c’è davvero niente da ridere.
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