Nessun faccia a faccia tra i leader di partito in vista delle elezioni europee. E pazienza se dal punto di vista dello share la Rai finirà inevitabilmente per rimetterci. Lega e Cinque Stelle si sono trovati d’accordo nel voler bloccare la delibera proposta dal presidente della Vigilanza Alberto Barachini e che mirava a introdurre, accanto alle tribune e ai messaggi autogestiti, “una serie di confronti elettorali riservati a più rappresentanti nazionali di lista” in sostituzione dell’attuale format che prevede un solo politico intervistato.
I I due partiti di governo, però, preferiscono lo status quo. Una tv, cioè, che vede sempre più Salvini come protagonista assoluto dei palinsesti. Lo sottolinea il rapporto semestrale dell’Osservatorio Tg Eurispes, basato su dati Agcom. Sulle sette testate generaliste, il numero uno della Lega vanta la bellezza di 871 presenze, con un tempo medio di parola pari al 10,02% del totale. A seguire l’altro vicepremier Luigi Di Maio, con 656 apparizioni (9% come tempo di parola).
Dietro a Salvini e Di Maio ci sono il premier Conte e il presidente della Repubblica Mattarella, in un quadro in cui si sottolinea però “la quasi totale assenza delle opposizioni nel prime time dell’informazione. Piccoli sussulti in occasione delle regionali, che hanno visto Berlusconi riaffacciarsi nel piccolo schermo soprattutto grazie alle reti Mediaset, e delle primarie che hanno riportato in auge il Pd del neo segretario Zingaretti.
Cambiare, dunque, non è nei piani gialloverdi. Lega e M5S hanno così messo nel mirino anche il progetto Barachini che prevede di trasmettere in prima serata su Rai2 o Rai3, prima delle europee, una serie di confronti a più voci da 20 minuti l’uno, organizzati per sorteggio. Il Carroccio preferisce il vecchio metodo, con un solo politico intervistato. Ai Cinque Stelle, a quanto scrive La Repubblica, sembra proprio andare bene così.
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