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Sardegna, parla la maestra sospesa per le preghiere in classe

La versione della maestra sospesa in Sardegna. Marisa Francescangeli, 58 anni, insegna nella scuola primaria di San Vero Milis. La donna avrebbe fatto recitare l’ave maria in classe, incappando in una sospensione per venti giorni a stipendio ridotto. Sarebbero state le proteste di alcuni genitori a far scattare il provvedimento. La docente, però, contesta i fatti avvenuti e racconta la sua versione al Corriere.
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La versione della maestra sospesa in Sardegna
A destra, la docente Marisa Francescangeli

Marisa Francescangeli racconta la sua versione sulla sospensione dall’insegnamento

Racconta la sua. La versione della maestra sospesa in Sardegna. “Premetto che gli alunni delle mie classi, due terze e una quarta, sono tutti di religione cattolica. Li conosco e li seguo da tre anni. Se così non fosse stato, mi sarei posta il problema sul fare o meno una preghiera”.

Sono stati i bambini, il giorno prima delle vacanze di Natale, a chiedermi di recitare l’Ave Maria e il Padre Nostro e io avevo già avuto modo di parlarne con i genitori. Quello stesso giorno sono stata chiamata a sostituire un collega assente in un’altra classe e, avendo con me le perline che spesso utilizzo per far fare dei lavoretti ai bambini, ho pensato di proporre anche a loro di realizzare dei rosarietti. Sono stati ben contenti, amano la manualità e nessuno ha avuto da ridire”.

“Al rientro dalle vacanze il dirigente scolastico mi dice che due mamme si sono lamentate, nonostante le mie spiegazioni, convocano una riunione con i genitori. In quella occasione chiarisco la mia posizione e mi scuso con le mamme, peraltro sostenuta dai genitori di molti altri alunni. Pensavo fosse chiusa così, invece dopo quasi un mese mi arriva la convocazione dell’Ufficio scolastico, mi accusano tra l’altro di aver plagiato i bambini”.

“Dopo un primo momento di choc, con l’avvocato della Uil Scuola, Elisabetta Mameli, decidiamo di chiedere il ritiro del provvedimento, anche perché l’ufficio scolastico non aveva rispettato i termini a difesa. Ma non solo non tornano sui loro passi, dopo due settimane ricevo la notifica della sospensione, con accuse assurde. Ho fatto pregare i bambini senza essere un’insegnante di religione, li ho plagiati. Bambini che adoro e che mi adorano, che mi cercano quando mi assento, che sono arrivati anche a chiamarmi mamma. Per me il lavoro con loro è una missione, un dono del Signore e per questo non mi aspettavo tutto questo”.

La versione della maestra sospesa in Sardegna e le sue esternazioni sulle tematiche di genere

Francescangeli si dice sorpresa per il clamore mediatico. “Non me lo aspettavo, sinceramente lo temevo. Sono giornate pesanti, passate a difendermi, a ripetere come sono davvero andate le cose, anche a giustificarmi. Mi fa piacere, però, che insieme a tutto questo c’è anche la solidarietà di tanti genitori, di colleghi attuali e di altri con i quali ho lavorato in passato che mi stanno chiamando per darmi attestazioni di stima e affetto. Sono felice di aver lasciato un bel ricordo, soprattutto con i genitori di ex alunni”.

Nella bufera mediatica sono finite anche alcune sue esternazioni sulle tematiche di genere e su aspetti connessi, come la scena di Sanremo tra Fedez e Rosa Chemical.
“Appena avrò un po’ di serenità vorrei spiegare bene certe cose su Facebook. Io non faccio discriminazioni, non rifiuto nessuno, non respingo il diverso da me, non sono contro i gay. Posso però esprimere, come tutti, il mio pensiero su qualcosa che mi piace o che non mi piace, soprattutto quando penso che possa creare un danno ai nostri bambini, che sono come spugne. Questo non significa condannare qualcuno o qualcosa, io non sono nessuno per giudicare, rispetto tutti e mi attendo rispetto anche se da posizioni differenti. Penso sia importante parlarsi e ascoltarsi, vivo secondo l’insegnamento che ci ha lasciato Gesù: dobbiamo essere tutti fratelli”.

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