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La versione di Irina: una giornalista racconta le sue cene in Russia con Salvini e Savoini

Gli incontri, al centro di mille polemiche, tra Salvini e Savoini. Raccontati da una testimone interrogata negli scorsi giorni dalla procura, Irina Afonichkina Aleksandrova, giornalista dell’agenzia di stampa russa Tass amica dell’ex portavoce del leader del Carroccio. La donna ha raccontato ai pm i suoi spostamenti a Mosca nelle 48 ore che hanno preceduto l’ormai famoso incontro al Metropol, svelando anche di essere stata a cena con i due.

Secondo quanto ricostruito, infatti, Irina sarebbe stata vicina a Salvini nelle ore a ridosso l’incontro per la presunta trattativa sulla compravendita di petrolio che avrebbe dovuto portare 65 milioni nelle casse della Lega. Affare gestito da Savoini, spiega Repubblica, insieme all’avvocato Gianluca Meranda e al consulente bancario Francesco Vannucci, ovvero gli uomini che il 18 ottobre del 2018 hanno trattato,registrati da un telefono, nella hall dell’ albergo moscovita con i russi Andrey Yuryevich Kharchenko e Ilya Andreevich Yakunin, tutti vicini allo staff di Putin. 
Due gli appuntamenti confermati dalla giornalista che individuano lei e l’allora ministro dell’Interno insieme nello stesso posto, alla stessa ora. Il primo la mattina del 17 ottobre quando la giornalista, che parla perfettamente l’italiano, ha preso parte al convegno di Confindustria Russia al Lotte Hotel dove ha tenuto un discorso anche il leader della Lega Salvini. Poi la sera, con Irina al fianco di Savoini e Salvini il giorno prima del fatidico incontro al Metropol per una cena al ristorante Rusky, all’85 esimo piano del grattacielo Eye, nel cuore di Mosca.Secondo l’ Espresso la donna, che avrebbe seguito Savoini come traduttrice in tutti i suoi spostamenti in terra russa, sarebbe stata presente anche all’incontro tra Matteo Salvini e Dimtry Kozak, il vicepremier russo con delega all’energia.E avrebbe avuto un ruolo fondamentale pure nella traduzione dei documenti del carteggio con Gazprom, ultimo venditore individuato da Savoini, Meranda e Vannucci nella trattativa dopo l’uscita di scena di Rosneft, altro colosso energetico russo.

 

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