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Stadio, Ama, Salva-Roma: la Via Crucis di Virginia Raggi è appena iniziata

La Via Crucis, quella che riunisce i fedeli, è ormai alle spalle. Ma per Virginia Raggi il calvario è appena iniziato: i prossimi giorni, infatti, saranno particolarmente delicati per la sindaca, con un ricco menù che parte dalle nuove indagini ordinate dal gip per abuso d’ufficio nel filone relativo allo stadio di Tor di Valle, passando per gli audio dei colloqui sulla situazione contabile di Ama fino ad arrivare alla disputa M5s-Lega sull’approvazione del ‘Salva Roma’.

Ancora una volta la Raggi si trova al centro di polemiche legate a vicende giudiziarie, con l’aggravante però, in questo caso, di un alleato di governo ormai dichiaratamente ostile, la Lega di Salvini che già ha chiesto le sue dimissioni. Sul fronte stadio, il giudice Costantino de Robbio non  ha accolto la richiesta di archiviazione avanzata dalla procura di Roma nei confronti del primo cittadino, indagato per abuso d’ufficio dopo un esposto dell’architetto Francesco Sanvitto per conto dell’Associazione ‘Tavolo della Libera Urbanistica’. Ci sono poi le conversazioni rivelate da L’Espresso e contenute in un esposto presentato tempo fa in procura dall’ex manager di Ama Lorenzo Bagnacani riguardanti la mancata chiusura del bilancio 2017 dell’Ama. Una disputa su una partita contabile da 18 milioni di euro che si è trascinata per quasi un anno, culminata a febbraio scorso con la bocciatura del documento contabile da parte del Campidoglio, le successive dimissioni dell’assessore all’Ambiente Pinuccia Montanari, e il ritiro del mandato al cda della partecipata. Ama ritiene che quei crediti legati ai servizi cimiteriali siano certificati ed esigibili mentre il Campidoglio non è dello stesso parere.

Due i passaggi delicati: la stessa Raggi pronuncia, nei colloqui registrati dall’ex manager della società dei rifiuti, la frase “la città è praticamente fuori controllo”. Una schiettezza che stride con la retorica usata dalla comunicazione della sindaca. C’è poi l’incerta linea del Campidoglio sul fronte rifiuti, con quattro cambi di manager in 3 anni ai vertici di Ama senza che nel frattempo iniziasse la realizzazione di alcun nuovo impianto di smaltimento. Aggiungete al cocktail il cosiddetto “Salva-Roma”, in votazione durante la settimana, e il gioco è fatto.

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