Torna in mare la Sea Watch 3, la nave a bordo della quale Carola Rackete si era scontrata nei mesi scorsi con Matteo Salvini, all’epoca ministro dell’Intero. La decisione è stata presa dal tribunale civile di Palermo Palermo presieduto da Rachele Manfredi che non ha preso in esame il merito dell’infrazione al decreto sicurezza bis, posto alla base del sequestro amministrativo disposto dalla Guardia di finanza, quanto invece il fatto che il prefetto di Agrigento non abbia risposto, nei termini previsti di dieci giorni, all’opposizione al provvedimento formalmente presentata dai legali di Sea Watch.
La decisione del tribunale siciliano è stata quindi quella di considerare decaduto il sequestro: la Capitaneria di porto di Licata non ha alcun titolo per trattenere ulteriormente la nave. La Sea Watch 3 è dunque libera di tornare in mare e, nella fattispecie, di avviare le procedure per il cambio di bandiera della nave.
Una notizia arrivata proprio nel giorno in cui, attraverso i social, Mediterranea Saving Humans ha lanciato la sua campagna per la liberazione delle navi umanitarie. La Ong tedesca ha vinto la sua sfida contro il sequestro della nave della comandante Carola Rackete ferma a Licata da cinque mesi, mentre restano ancora ferme la Mare Jonio e la Alex di Mediterranea e la Eleone della Lifeline.
A firmare la campagna di Mediterranea Saving Humans era stato Roberto Saviano: “Adesso basta, basta una firma. Gli attuali ministri dell’Interno, della Difesa, delle Infrastrutture e trasporti potrebbero, con una loro semplice firma, decidere il dissequestro della nave Mare jonio e della barca a vela Alex. Sarebbe infatti sufficiente che accogliessero le richieste di ‘revoca in autotutela’ dei decreti interministeriali emanati dal precedente governo, liberando subito le nostre imbarcazioni così come Sea-watch-3 ed Eleonore. Il sequestro amministrativo delle navi di soccorso è stato un atto di pura ostilità politica, è tempo che una politica coraggiosa ripristini lo stato di diritto”.
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