Una querelle che si trascina da ore, quella sull’esito della trattativa governo-Benetton. Con accuse da parte delle opposizioni secondo le quali l’esecutivo avrebbe fatto un regalo agli imprenditori responsabili della gestione delle autostrade italiane e le esultanze di una maggioranza giallorossa che parlava invece di successo. All’interno della quale, però, mentre i 5 Stelle parlavano di “nemmeno un euro”, Renzi sosteneva: “I privati non vengono cacciati ma vanno pagati”. Ma come stanno, allora, le cose?
Come riportato in queste ore dall’Huffington Post, la risposta al quesito si trova nello stesso schema che fa da base all’accordo trovato in extremis tra l’esecutivo e Atlantia. Ed è “no”: non finirà un euro nelle casse di Edizione, la società della famiglia di Ponzano Veneto attraverso cui si esercita di fatto il controllo a cascata di Atlantia e di Autostrade. Il primo passo per la nascita delle nuove Autostrade è l’ingresso nella società di Cassa depositi e prestiti attraverso un aumento di capitale dedicato. In pratica la Cassa inietterà almeno 3 miliardi per entrare in possesso del 33 per cento.
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L’aumento di capitale è un’emissione di nuove azioni e quindi non prevede un meccanismo di vendita da parte di Atlantia. Invece Atlantia venderà il 22% di Autostrade a uno o più investitori istituzionali che saranno indicati dalla stessa Cassa. Questi ultimi pagheranno quindi Atlantia, ma una delle condizioni che ha imposto il governo ai Benetton e di non destinare l’incasso alla distribuzione dei dividendi.
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Uno dei punti dell’accordo lo prevede in maniera chiara, come riportato dal comunicato diramato al termine del Cdm: “La cessione diretta di azioni Aspi a investitori istituzionali di gradimento di Cdp, con l’impegno da parte di Atlantia a non destinare in alcun modo tali risorse alla distribuzione di dividendi”. L’impossibilità di distribuire i dividendi significa che quei soldi non potranno essere suddivisi tra i soci di Atlantia, tra cui figura Edizione, la società dei Benetton che di Atlantia ha circa il 30 per cento.
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