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Naufragio degli 007 nel lago Maggiore: ipotesi spionaggio degli oligarchi russi

Il bilancio del naufragio di una imbarcazione nel lago Maggiore è drammatico: quattro morti su 23 persone a bordo della nave Love Lake. Ma a fare notizia è il fatto che tre delle quattro vittime e 18 dei 19 superstiti fossero membri o ex appartenenti dei servizi segreti di Italia e Israele. Ma che ci facevano tutti quegli 007 insieme? E perché dopo essere stati soccorsi e trasportati nei vicini ospedali sono stati fatti sparire in fretta e furia non si sa da chi? Da quanto sta emergendo si fa sempre più spazio l’ipotesi che tutte quelle ‘barbe finte’ fossero lì per una operazione di spionaggio contro alcuni magnati russi.
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Naufragio nel lago Maggiore: ipotesi spionaggio

I 13 agenti italiani alloggiavano tutti in un albergo a Malpensa. Dal quale però sono spariti subito dopo essere stati salvati dal naufragio. Secondo l’agenzia di stampa Agi, inoltre, sui quattro cadaveri non verranno svolte le autopsie. Il medico legale infatti avrebbe già accertato la morte per annegamento. E non sarebbero stati trovati segni sui loro corpi che possano far pensare ad una causa di morte diversa. Gli otto israeliani invece sono stati tutti immediatamente rimpatriati con un jet speciale per voli sensibili. Tutti particolari che lasciano intendere chiaramente che quegli 007 sul lago Maggiore non ci erano certo andati solo per festeggiare il compleanno di uno di loro. Ma per spionaggio.

L’ipotesi dello spionaggio nei confronti degli oligarchi russi viene rafforzata dal fatto che nella zona del lago Maggiore, dove poi è avvenuto il naufragio, molti super ricchi russi hanno acquistato ville e hotel e riqualificato aeree, grazie al divieto di esportare capitali dalla Russia che viene aggirato attraverso la Svizzera.

Un altro particolare interessante di questa misteriosa storia del naufragio degli 007 nel lago Maggiore è il fatto che lo skipper e proprietario dell’imbarcazione, Claudio Carminati, ora indagato per strage, sarebbe legato ai servizi segreti. E sua moglie Anna Bozhkova, di nazionalità russa e morta nell’incidente, sarebbe stata utilizzata come traduttrice. Insomma, una storia di spionaggio in piena regola come quelle che si vedono nei film.
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