L’inquinamento atmosferico provocato dal traffico è in grado di modificare anche la struttura del cervello dei bambini, oltre che ad avere su di loro effetti negativi sullo sviluppo cognitivo, comportamentale e psicomotorio. E’ quanto è emerso da uno studio realizzato al Cincinnati Children’s Hospital e pubblicato su Plos One, il qual specifica che nei bambini, l’inquinamento può arrivare a ridurre del 3-4% il volume e lo spessore di alcune aree coinvolte nel controllo motorio e nella percezione sensoriale, come la vista o l’udito. Gli autori dell’indagine hanno scoperto che il cervello di chi all’età di un anno è esposto a un livello alto di inquinamento dell’aria dovuto al traffico a 12 anni ha un volume della materia grigia e uno spessore della corteccia inferiori rispetto a bambini con livelli più bassi di esposizione. Utilizzando la risonanza magnetica per ottenere immagini anatomiche della struttura cerebrale i ricercatori hanno verificato che il volume dei lobi frontale e parietale e del cervelletto dei 12enni più esposti a tassi alti di inquinamento nel primo anno di vita era calato del 3-4%. Una percentuale che “anche se molto inferiore a quella che si potrebbe verificare per una malattia degenerativa – hanno fatto sapere in una nota il Cincinnati Children’s Hospital Travis Beckwith, primo autore del lavoro – può essere sufficiente a influenzare lo sviluppo di diversi processi fisici e mentali”.
I dodicenni coinvolti nell’indagine sono stati 147, erano tutti arruolati nello Studio sull’allergia e l’inquinamento dell’aria in età pediatrica del Cincinnati Children’s Hospital un grosso studio longitudinale allestito all’inizio degli anni 2000 per analizzare nel tempo la relazione tra esposizione all’inquinamento da traffico veicolare e esiti di salute. Tutti i partecipanti allo studio sono stati sottoposti a visite mediche all’età di 1, 2, 3, 4, 7 e 12 anni mentre erano stati esposti a diversi livelli trap nel corso del loro primo anno di vita.I ricercatori hanno incrociato e valutato con analisi statistiche gli elementi emersi dalle immagini ottenute con risonanza e quelli sull’esposizione raccolti utilizzando una rete di campionamento dell’aria a livello di 27 siti nell’area di Cincinnati. I risultati dello studio “sebbene siano esplorativi – ha dichiarato Travis – suggeriscono che il luogo in cui vivi e l’aria che respiri possono influenzare lo sviluppo del cervello”.Ti potrebbe interessare anche: Rovigo, psicosi coronavirus contro 2 bambini cinesi: “Non li vogliamo a scuola”