L’alta velocità, in Italia, va lenta. Sembra una contraddizione, non lo è. Lo testimoniano i dati che parlano di ritardi superiori a cinque minuti sul 48,5% dei treni nel periodo che va dall’1 gennaio al 23 novembre, giorno in cui il nuovo amministratore delegato delle Fs, Gianfranco Battisti, aveva diramato un comunicato stampa in cui lamentava la situazione gravissima e invitava le strutture interne (soprattutto Rete Ferroviaria Italiana, il gestore dell’infrastruttura) a provvedere immediatamente.
Stando a quanto riportato dal Sole 24 Ore, a causare questa situazione il dato record di oltre 950 treni al giorno a Roma Termini, i 750 convogli che entrano ed escono da Milano Centrale, uno straordinario aumento del 30% dei treni giornalieri “a mercato” (Frecciarossa e Frecciargento di Trenitalia con Italo-Ntv sul segmento Av, più i Frecciabianca) in quattro anni (da 271 a 352) con i soli convogli dell’Alta velocità cresciuti di quasi il 20% nell’ultimo anno, la sempre più pressante richiesta delle regioni (la Toscana è la più aggressiva sulla direttissima Roma-Firenze) di far transitare sulla rete dell’Alta velocità anche i treni regionali veloci.
Pochi i progressi, dopo l’iniziativa di Battisti. Fs parla di
un miglioramento di 5 punti percentuali nell’indice di puntualità per il periodo dal 24 novembre al 6 dicembre, dal 51,5% al 56,5 per cento. Un progresso che però non soddisfa: nel nuovo orario invernale, la novità voluta dall’ad per decongestionare parzialmente i due principali nodi del Paese è lo spostamento di arrivi e partenze di alcuni servizi “di mercato” su stazioni diverse da quelle centrali, in particolare Milano Garibaldi e Roma Tiburtina.I ritardi dell’Alta velocità – Trenitalia ma anche Italo – non sono solo una questione di Fs. A sollevare il problema per primo era stato Andrea Camanzi, presidente dell’Autorità di regolazione dei trasporti, che aveva aperto un fascicolo a ottobre. Sulla “fortissima crescita dell’incidenza dei ritardi” si era espresso, a fine settembre, anche il presidente di Ntv-Italo Luca Cordero di Montezemolo.
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