Il caso che vede protagonista Novak Djokovic dovrebbe definitivamente risolversi entro pochi giorni. C’è ancora attesa per la decisione finale del governo australiano che, nonostante le recente sentenza emessa in favore del campione serbo di tennis dal Tribunale di Melbourne, potrebbe decidere comunque di espellerlo dal Paese, impedendogli così di prendere parte all’Australian Open. Intanto, lo stesso Djokovic decide di sfogarsi pubblicando un post su Instagram, dove però ammette di aver violato la quarantena per un’intervista quando a dicembre era positivo al Covid.
La decisione definiva sul caso di Novak Djokovic non dovrebbe arrivare prima di giovedì 13 gennaio. “Gli avvocati di Djokovic hanno recentemente fornito lunghe ulteriori osservazioni e documentazioni di supporto, ritenute rilevanti per la possibile cancellazione del suo visto. Naturalmente, questo allungherà i tempi per una decisione”, rende noto l’ufficio del ministro dell’Immigrazione australiano, Alex Hawke, l’unico responsabile della eventuale cancellazione del visto del tennista serbo, secondo la legge di quel Paese.
Intanto, come appena accennato, Djokovic decide di condividere i suoi sentimenti su Instagram. Il numero uno del tennis mondiale ammette per prima cosa di aver violato la quarantena da positivo. “Mi sono sentito in dovere di condurre l’intervista a L’Equipe perché non volevo deludere il giornalista”, ammette. Anche se rassicura tutti sul fatto che “ho preso le distanze sociali e ho indossato una mascherina, tranne quando è stata scattata una fotografia”.
Ma Djokovic punta anche il dito contro i suoi numerosi detrattori. “Voglio rispondere alla continua disinformazione sulle mie attività e la presenza ad eventi nel dicembre scorso, quando sono risultato positivo al test per il Covid-19. Si tratta di una disinformazione che ha bisogno di essere corretta”, sbotta il campione serbo. Djokovic accusa anche il suo agente di aver compilato in modo errato il modulo di viaggio per l’Australia, riportando informazioni non corrette sul suo conto.
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