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Lamorgese, nuovo patto con la Libia: “Vogliamo centri gestiti da Onu e corridoi umanitari”

L’accordo con la Libia sta dividendo non solo la politica, ma anche l’opinione pubblica. C’è chi dice che con i libici l’Italia non dovrebbe trattare, perché vorrebbe dire scendere a patti con le organizzazioni criminali che hanno ora in mano lo Stato africano; altri invece sostengono che un accordo sia indispensabile non solo per regolare il flusso di migranti, ma anche per salvaguardare le vite delle persone che provano ad attraversare il mare. Una cosa è certa, il ministro dell’Interno Lamorgese interverrà sull’accordo e proverà ad apportare dei cambiamenti sostanziali.

Tra le modifiche che l’Italia chiederà al Memorandum of understanding siglato nel 2017 con la Libia c’è “il miglioramento dei Centri di detenzione con l’obiettivo di una loro graduale chiusura per giungere a centri gestiti dalle agenzie dell’Onu”. Lo ha detto il ministro dell’Interno Luciana Lamorgese nella sua informativa alla Camera sull’accordo con la Libia per contrastare l’immigrazione illegale.

Lamorgese ha poi rilevato che “servono iniziative bilaterali per proseguire l’attivazione di corridoi umanitari ed evacuazioni umanitarie. Intendo proporre l’Italia come attore protagonista del coinvolgimento di altri Stati europei nell’attuazione dei corridoi, con la regia ed il finanziamento dell’Ue”. Inoltre, ha aggiunto, “nel sud della Libia è necessario proseguire con il rafforzamento delle capacità di sorveglianza dei confini terrestri meridionali e proseguire le iniziative volte a sostenere le municipalità libiche attraverso un nuovo piano di assistenza, per assicurare la distribuzione di apparecchiature mediche, materiale per scuole, soccorso e farmaci”.

“Le condizioni generali di insicurezza della Libia rischiano di facilitare l’attività dei trafficanti, anche con il rischio di infiltrazioni di jihadisti tra i migranti che arrivano sulle nostre coste”, ha anche spiegato. “Quando è stato firmato il Memorandum of understanding con la Libia nel 2017, i flussi migratori erano preoccupanti, oggi sono calati ma è ingiustificabile un calo d’attenzione sulle dinamiche migratorie ed i rischi umanitari. Nel confronto con il 2017 si sono contratti i flussi dalla Libia e si è registrata una forte riduzione delle vittime in mare”. Lamorgese ha poi concluso affermando che “il Memorandum ha contribuito a questi risultati, ma esso è anche importante per evitare l’isolamento delle autorità libiche”.

La Libia ha dunque accettato la richiesta italiana di rivedere il Memorandum che andrà a scadenza il prossimo 2 febbraio. Ufficializzando la disponibilità di massima già espressa dal portavoce del governo di Al Serraj, il ministro dell’Interno Luciana Lamorgese ha illustrato alla Camera quello che ha definito il “Piano operativo umanitario” in quattro punti che l’Italia presenterà alla prossima riunione del comitato italo-libico al quale verranno sottoposte le modifiche proposte.

 

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