Appena concluso il G7 di Elmau, in Germania, il presidente del Consiglio italiano, Mario Draghi, risponde in conferenza stampa alle domande dei numerosi giornalisti presenti. Draghi si sofferma sulla riunione appena conclusa, definita “un vero successo”. Poi analizza l’evoluzione della situazione legata alla guerra in Ucraina, trovando anche il tempo per fare un annuncio che non farà molto piacere al presidente russo Vladimir Putin.
“Questo G7 è stato veramente un successo. – apre così la sua conferenza stampa Mario Draghi – I nostri Paesi hanno riaffermato piena e grande coesione, grande unità di vedute in particolare per quanto riguarda la guerra in Ucraina e le sue conseguenze. Abbiamo riaffermato il nostro impegno sul fronte delle sanzioni, che è essenziale per riportare la Russia al tavolo dei negoziati. Il G7 è pronto a sostenere l’Ucraina per tutto il tempo necessario”.
“Il segretario generale dell’Onu Guterres, a proposito del piano per il grano, ha usato le parole ‘siamo oramai vicini al momento della verità’, per capire se Ucraina e Russia vorranno sottoscrivere un accordo che permetterà al grano di uscire dai porti. – spiega Draghi – La situazione va sbloccata in tempi rapidi per immagazzinare il nuovo raccolto. Tutti i leader concordano sulla necessità di limitare i finanziamenti a Putin, ma anche di rimuovere la cause dell’inflazione. Abbiamo dato mandato con urgenza ai ministri su come applicare un price cap sul gas e sul petrolio. L’Ue accelererà il suo lavoro sul tetto al prezzo del gas, una decisione che accogliamo con favore”.
“Quanto alla presenza del presidente Putin al G20, il presidente indonesiano lo esclude, è stato categorico, non verrà. – annuncia poi visibilmente soddisfatto – Potrà succedere un intervento da remoto. Vedremo. Dal vertice Nato ci aspettiamo la riaffermazione di questo senso di unità e fermezza del G7 e poi probabilmente un ampliamento della Nato alla Svezia e alla Finlandia. Gli effetti di questa guerra sono imprevedibili, ci ritroviamo con una Ue più unita, una Nato più unita e probabilmente più grande. I Paesi cercano protezione e riarmamento. Le cose non sono andate come avrebbe voluto Putin. C’è preoccupazione (per il costante progresso nelle ultime due settimane delle forze russe in Ucraina). Ma ciò non significa che non continuerà il nostro sostegno a Kiev”, conclude Draghi.
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