Il ministero dell’Istruzione guidato da Patrizio Bianchi è la lavoro per consentire la riapertura delle scuole fino alla prima media. Ad annunciarlo è stato il presidente del Consiglio Mario Draghi, che in conferenza stampa da Palazzo Chigi è intervenuto per chiarire i dubbi sugli orientamenti in merito ai nuovi colori delle Regioni e anticipare alcuni dei provvedimenti che saranno adottati nei prossimi giorni. A partire proprio dal ritorno in aula “in modo ordinato, in alcuni casi sarà possibile effettuare alcuni test. Parlare di azione globale, però, è esagerato”.
Smentita, dunque, l’ipotesi che vedeva il ritorno a scuola condizionato dall’effettuazione di test di massa settimanali sulla popolazione studentesca. Draghi ha evidenziato che l’allentamento delle restrizioni per gli alunni è possibile grazie ad alcuni segnali incoraggianti arrivati dalla cabina di regia, che hanno evidenziato un calo del tasso di contagio. Le evidenze scientifiche, inoltre, hanno confermato come la scuola primaria non sia in sé una fonte di contagio, mentre lo sono “le attività para e peri-scolastiche”. Necessarie, quindi, delle restrizioni.
Linea dura, infine, sugli operatori sanitari che hanno rifiutato il vaccino. “Il governo intende intervenire: non va bene che operatori sanitari non vaccinati siano a contatto con malati. La ministra Cartabia sta prendendo un provvedimento a riguardo” ha commentato il premier. Un concetto ripreso dal ministro della Salute, Roberto Speranza: “Quella sugli operatori sanitari non vaccinati è una norma a nostro vaglio ma riconosciamo che l’adesione del personale sanitario è stata molto ampia, è la stragrande maggioranza e ha dato il buon esempio. C’è un pezzetto molto minimale, che stiamo quantificando, sul quale valutiamo un intervento con una norma”.
Draghi è stato protagonista anche di un botta e risposta a distanza con il leader della Lega Matteo Salvini, che poco prima della conferenza stampa era intervenuto bollando come “impensabile” l’idea di tenere l’Italia chiusa per tutto il mese di aprile. “Le chiusure sono pensabili o impensabili solo in base ai dati che vediamo – è stata la risposta di Draghi – Le misure hanno dimostrato nel corso di un anno e mezzo di non essere campate per arie. È desiderabile riaprire, la decisione se farlo o meno dipende dai dati”.
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