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Bucha, Parenzo contro l’Anpi: “Ma questi sono matti forte”

La strage di Bucha, in Ucraina, rischia di rappresentare uno spartiacque nella guerra tra russi e ucraini. Il classico episodio drammatico che rischia di alzare ulteriormente il livello dello scontro e della violenza tra le due parti in conflitto. Il governo di Kiev, insieme a tutti quelli occidentali, non ha avuto dubbi nell’affibbiare subito la responsabilità del massacro di civili all’esercito russo in ritirata. Ma Mosca respinge decisamente le accuse, parlando di fake news montate ad arte. La polemica globale coinvolge anche l’Italia. L’Associazione nazionale dei partigiani (Anpi) invoca una commissione di inchiesta per accertare le responsabilità. Posizione che però manda su tutte le furie il giornalista David Parenzo.

David Parenzo

“L’Anpi condanna fermamente il massacro di Bucha. – si legge nella nota dall’Associazione dei partigiani – In attesa di una commissione di inchiesta internazionale guidata dall’Onu e formata da rappresentanti di Paesi neutrali, per appurare cosa davvero è avvenuto, perché è avvenuto, chi sono i responsabili. Questa terribile vicenda conferma l’urgenza di porre fine all’orrore della guerra e al furore bellicistico che cresce ogni giorno di più”.

Parole che vengono commentate da Parenzo su Twitter con un laconico: “Lo dico con estremo dispiacere, ma questi sono matti forte! Incredibile”, esclama sorpreso. In un successivo cinguettio, il giornalista di La7 riporta la notizia che il ministro degli Esteri russo, Sergei Lavrov, annuncia che presenterà materiale inedito sui fatti di Bucha per provare l’innocenza dei russi. È in arrivo la post verità”, chiosa con la solita verve polemica Parenzo.

Naturalmente le uscite social di Parenzo scatenano anche i soliti odiatori da tastiera. “Anche il Segretario Generale Onu sarebbe tra i ‘matti forte’?”, lo rimbecca ad esempio qualcuno ricordandogli che anche Antonio Guterres ha chiesto che una commissione indipendente indaghi sul massacro di Bucha. È difficile indurre un uomo a capire qualcosa, quando il suo stipendio dipende dal fatto che non lo capisca”, ironizza un altro.

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