Con gli italiani ha un rapporto un po’ altalenate ma tutto sommato buono, considerando che i sondaggi restano positivi nonostante un recente calo. La chiesa, invece, non è mai riuscito a conquistarla. Tra Matteo Salvini e il mondo cattolico non corre buon sangue, non è certo una novità. Un crescendo di tensioni iniziato ai tempi della decisione di chiudere i porti alle Ong e mai più interrotto, e che ora fa segnare nuove tappe: protagonista della riapertura delle ostilità, l’arcivescovo di Firenze Giuseppe Betori. “Dobbiamo chiederci perché in un popolo da sempre aperto all’incontro e all’accoglienza sta prevalendo l’istinto a chiudersi nel proprio guscio, a negare ospitalità a chi viene da paesi in guerra, impoveriti dalle rapine dei potenti, stremati dalla fame”.
Al contrario Giuseppe e Maria hanno ricevuto ospitalità la notte della nascita di Gesù, ha sostenuto Bertori. Ma, prosegue l’arcivescovo, “c’è una radice profonda all’origine di questa chiusura ed è la cultura individualista che ha pervaso l’Occidente, quella cultura che tradisce la natura della famiglia confondendola con altro che non lo è”.
“Che cosa ci sta accadendo dal momento che, di fronte alle oggettive difficoltà di inserire nella nostra società persone provenienti da mondi e culture diversi, in questi anni non si è ancora riusciti a trovare forme efficaci di risposta che non siano le chiusure dei porti e l’abbandono di fatto all’illegalità, che dà origine, questa sì, a insicurezza e paura?”.
Un tema, quello dell’accoglienza, che è stato anche al centro del discorso pronunciato da papa Bergoglio a Roma: “Siamo tutti fratelli e, senza fraternità, i nostri sforzi per un mondo più giusto hanno il fiato corto”. Un messaggio, anche in questo caso, con dei destinatari non troppo segreti.
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