Da un lato c’è un’inchiesta che ha fatto venire alla luce un sistema di nomine pilotate, incarichi affidati a chi era incompatibile o per ottenere un appoggio elettorale. Tutte realtà emerse grazie all’intervento della Guardia di Finanza di Milano e che hanno portato all’arresto del sindaco di Legnano Gianbattista Fratus, leghista, del suo vice Maurizio Cozzi e dell’assessore alle Opere pubbliche Chiara Lazzarini.
Gli incarichi venivano assegnati dagli indagati “a soggetti a loro graditi” persone che in futuro potevano essere in qualche modo manovrabili e/o riconoscenti al politico di turno. Un microcosmo malato contro il quale nei giorni scorsi hanno puntato il dito anche i Cinque Stelle, che pure della Lega sono alleati al governo. E poi c’è un’altra storia, altrettanto inquietante se non, forse di più. In scena nella stessa città, nello stesso partito. La giunta era stata infatti già sfiduciata da più del consiglio comunale, un passaggio avvenuto non senza tensioni vibranti. Dalla Lega erano fuoriusciti i consiglieri Antonio Guarnieri e Federica Farina, marito e moglie, che poco dopo si erano trovati a fare i conti con un macabro ritrovamento: “Il giorno successivo abbiamo trovato la nostra cagnolina morta”.
Una semplice, per quanto sinistra, coincidenza? Non sono al momento emerse prove che possano far pensare diversamente. E però l’episodio ha fatto il giro delle testate nazionali, culmine di una situazione che aveva visto comparire in rete alcune foto, pubblicate da esponenti leghisti locali, in cui il volto dei due “ribelli” era stato cancellato. Immagini inquietanti, che avevano subito rievocato modus operandi mafiosi. Da Legnano, ora, sembrano tutti di colpo lontani, compreso Salvini. Una città abbandonata a sé stessa e ai suoi lati oscuri.
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