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L'astronauta cresciuto in missione nello spazio: una balla spaziale

L’astronauta cresciuto in missione spaziale e la sua “nuova” altezza rappresentano una delle storie più virali del momento. Tutto è cominciato da un tweet di un astronauta giapponese, in missione sulla Stazione Spaziale Internazionale, che raccontava di essere “cresciuto” in altezza. Il fatto ha suscitato clamore internazionale dopo che il post dell’astronauta si è diffuso a macchia d’olio sui vari social, per poi essere ripreso anche da diverse testate giornalistiche. Le ultime rivelazioni sul caso, cui hanno contribuito alcuni dei suoi colleghi e la Nasa, hanno dimostrato che si tratta di una grossa fake news, anche se involontaria perché dovuta ad un errore di misurazione.

La crescita miracolosa

L’astronauta giapponese Norishige Kanai ha raccontato una storia incredibile, in un post pubblicato su Twitter, in cui sosteneva di essersi “allungato” in altezza di ben nove centimetri dopo il suo arrivo, verso la fine di dicembre, nella Stazione Spaziale Internazionale. Questo fatto straordinario, per molti versi inverosimile e bizzarro, ha destato lo stupore di molti tanto che il Tweet è stato condiviso migliaia di volte diventando virale in poche ore.
L’astronauta nipponico ha attribuito questa “crescita miracolosa” ad un fatto scientifico che non si è risparmiato di illustrare con dovizia di particolari. Ha spiegato Kanai, che l’assenza di gravità nello spazio impedirebbe alla colonna vertebrale di comprimersi normalmente come succede sulla terra. Questo fenomeno, con il passare del tempo, porterebbe le vertebre ad allontanarsi le une dalle altre causando una “decompressione” della colonna che distendendosi si allungherebbe.
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I dubbi della Nasa e degli astronauti dell’ISS

La Nasa ha da subito mostrato le sue perplessità sulle dichiarazioni dell’astronauta giapponese evidenziando che crescite di questo tipo sono certamente possibili nello spazio, ma al massimo di qualche centimetro e non di una misura anormale come quella dichiarata dal giapponese. Nello stesso modo hanno risposto i colleghi della Stazione Spaziale Internazionale facendo notare a Kanai quanto la cosa fosse impossibile e assurda da ogni punto di vista.
Un collega russo ha invitato Kanai ad effettuare una seconda misurazione e questa volta l’esito ha dato un risultato più credibile indicando una crescita di circa due centimetri. L’astronauta giapponese, a questo punto, ha riconosciuto l’errore e si è scusato ufficialmente anche se ormai il danno era fatto. Infatti, il tweet ormai diffusosi in tutto il web ha scatenato da una parte l’ilarità del pianeta terra e dall’altra, come ha riportato il Japan Times, schiere di utenti che hanno accusato Kanai di diffondere volontariamente delle fake news.

La gravità zero e la medicina spaziale

La storia dell’astronauta cresciuto in missione di 9 centimetri si è rivelata una grossa bufala, ma contiene comunque un fondo di verità. Corrisponde al vero il fatto che gli astronauti “crescono” durante le missioni spaziali, ma si tratta di una crescita temporanea che oscilla tra i 2 e i 5 cm e che scompare dopo un paio di settimane una volta che tornano sulla terra a vivere in condizioni di gravità normali. Un effetto simile lo sperimentiamo anche noi “terrestri” quando ci corichiamo per andare a dormire e la colonna vertebrale si decomprime regalandoci 5 millimetri in più di altezza.
E questo della “crescita” non è l’unico problema per i cosmonauti. Infatti, è scientificamente provato che la permanenza nello spazio in assenza di gravità generi non pochi problemi all’organismo umano. Per porvi rimedio, negli anni 50, in concomitanza con i primi viaggi spaziali ebbe origine la cosiddetta “medicina spaziale” con il compito di salvaguardare la salute umana in un ambiente estremo come lo spazio profondo.
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