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I libri costano troppo? Perché investire in cultura? Grazie a Laterza risponde Keynes

La casa editrice Laterza ha deciso di ripubblicare gratuitamente un saggio di John M. Keynes: “I Libri costano troppo?”, a cura di Oliviero Pesce. La questione della crisi dell’editoria, dunque, era un tema caldo allora come oggi. Nel 1927, l’economista inglese John Maynard Keynes scriveva: “Comprare un libro non dovrebbe essere considerato una stravaganza ma un’opera meritoria, un dovere sociale”.

Ecco, un dovere sociale: sarebbe bene ricordarsene anche oggi. Keynes si chiedeva quale fosse (nella sua Inghilterra di quegli anni) il potere delle idee espresse attraverso i libri, considerando al tempo stesso insoddisfacente il reddito di editori, autori e librai. Ci ricorda qualcosa? L’economista, dunque, si mise ad analizzare l’intera situazione per scoprire chi fosse il colpevole e individuare alcune soluzioni possibili. Ne esce un quadro davvero interessante e che ci riporta prepotentemente nell’attualità.

Nelle pagine conclusive del pamphlet, pubblicato gratuitamente da Laterza (un’iniziativa più che lodevole), l’economista Oliviero Pesce, che ha curato questa edizione, compara il mercato editoriale del tempo di Keynes con quello britannico attuale, fotografando anche la situazione in Italia, catena distributiva compresa, e confrontando i due Paesi. La situazione italiana è molto difficile. Il male sembra essere lo stesso individuato da Keynes all’epoca: troppi libri sugli scaffali (la maggior parte dei quali condannati all’invisibilità) e mancanza della materia prima: i lettori.

Con un’ulteriore aggravante tutta frutto del nostro tempo, però: i social, i dibattiti, la tv, la radio e tutto l’universo massmediatico che, paradossalmente, invece di incrementare la lettura, sembrano danneggiarla, sottraendo a ogni cittadino il tempo necessario da dedicare alla lettura stessa, poiché continumente bombardati di parole e informazioni. A tal proposito l’editore Giuseppe Laterza scrive nelle note che lo sviluppo civile, oltre che economico del nostro Paese, ha bisogno di una nuova strategia vincente, fondata sull’investimento in cultura, di cui la lettura è parte essenziale.

Queste riflessioni e queste analisi sul mercato editoriale, sono dunque fondamentali proprio per ragionare su un discorso più ampio finalizzato a individuare le strategie necessarie a sostenere gli investimenti in cultura. Investire in cultura, e in lettura, equivale a formare generazioni migliori e, di conseguenza, una migliore classe dirigente per il futuro. Perché la lettura genera competenza, responsabilità ed è motore di un elemento fondamentale per ognuno di noi: la curiosità nei confronti dell’altro e del  mondo.

Questo è il sogno di Giuseppe Laterza e di altri editori d’oggi, un sogno già espresso da Keynes, appunto, che fa sì che il suo libro e le sue riflessioni in merito siano ancora attuali e dunque degne di essere divulgate. “Mi piacerebbe mobilitare un esercito poderoso che si impegni a spendere 10 pound all’anno peri libri, e nei ranghi più elevati della Confraternita, a comprare un libro ogni settimana”. Ci riusciranno i nostri eroi? Ci auguriamo tutti di sì.

 

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