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“L’aviaria è la prossima pandemia”, Bassetti non ha dubbi: “È solo questione di tempo”

Negli Stati Uniti, sono stati identificati tre nuovi casi di influenza aviaria tra i lavoratori esposti al pollame infetto. L’allarme è stato lanciato dall’infettivologo Matteo Bassetti tramite i social media, poco dopo l’annuncio delle autorità sanitarie americane. I Centers for Disease Control and Prevention (CDC) hanno confermato che i tre operatori, impegnati nello spopolamento di un allevamento colpito da un focolaio di H5N1, sono risultati positivi al virus aviario ad alta patogenicità A(H5).

Diffusione globale del virus

Questi nuovi casi si aggiungono a una serie di episodi che stanno alimentando preoccupazioni a livello mondiale. Recentemente, ulteriori casi sono stati segnalati anche in Cambogia, evidenziando una diffusione sempre più estesa e allarmante del virus. Matteo Bassetti, attraverso Twitter, ha manifestato la sua preoccupazione riguardo al potenziale pandemico del virus H5N1. “Il rischio di influenza aviaria per la popolazione generale rimane molto basso,” ha dichiarato Bassetti, “tuttavia per le persone a contatto con animali infetti, le infezioni H5N1 sono preoccupanti poiché possono provocare malattie gravi, oltre al loro potenziale pandemico. Se questi virus dovessero mutare per diffondersi facilmente tra le persone, potrebbero innescare una pandemia. Come detto più volte, ci sono pochi dubbi sul fatto che l’aviaria si diffonderà a livello globale. È solo questione di quando accadrà.”

Preparazione globale contro il rischio pandemico

In una dichiarazione all’Adnkronos Salute, Bassetti ha evidenziato la necessità di prepararsi adeguatamente a livello globale, europeo e italiano. “Riguardo al fatto che l’influenza aviaria sarà il prossimo problema pandemico,” ha affermato, “credo che chi lavora in questo settore, dai veterinari ai medici e ricercatori, non abbia dubbi che succederà. È solo questione di tempo e in questo tempo dobbiamo organizzarci per essere pronti.”

Bassetti ha anche sottolineato come il continente americano sia particolarmente colpito, con casi inizialmente tra i bovini da latte e ora tra il pollame. “Tutti questi segnali indicano che l’influenza aviaria prima o poi arriverà,” ha avvertito, “perché è inevitabile che questo virus venga trasmesso da uomo a uomo.”

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