Il lavoro, da sempre, rappresenta uno degli elementi cruciali di qualsiasi campagna elettorale e quella in corso per le prossime elezioni di marzo, ovviamente non è da meno. Tutti i principali partiti che corrono per conquistare il potere e la maggioranza in Parlamento hanno inserito il lavoro, soprattutto quello dei giovani, tra le loro priorità, non ne avevamo alcun dubbio. Tra promesse di rivoluzioni, di mantenimento e di grandi novità, tutti i partiti durante i loro comizi si prodigano per garantire un futuro ai giovani, millantando nuovi orizzonti e nuovi scenari ideali. Proviamo ad analizzare questa questione delicata affrontando di petto i programmi dei principali partiti a proposito di questo tema decisamente delicato.
Il programma del Partito Democratico
Il Partito Democratico ha messo il lavoro al primo posto nel suo programma politico, con la promessa di proseguire con il cosiddetto Jobs Act introdotto da Matteo Renzi, che negli ultimi anni ha, però, creato non poche discussioni, scatenando uragani di polemiche. Tra gli obiettivi che il Partito Democratico promette di raggiungere se i suoi esponenti verranno eletti con la maggioranza dei voti in Parlamento, c’è un ulteriore taglio del cuneo, già avviato con la precedente legislatura e che nella prossima dovrà essere portato avanti in maniera graduale ma decisa, per il raggiungimento di un livello accettabile.
Tra le misure che il nuovo corso del Partito Democratico vuole promuovere in caso di vittoria in Parlamento c’è anche l’introduzione del salario minimo, una misura già adottata in altri Paesi che da noi stenta a prendere piede, così come l’aumento della tassazione sui contratti a termine, un modo per incentivare l’assunzione a tempo indeterminato per i più giovani. Manca, tuttavia, un programma per la Garanzia Giovani, finora insoddisfacente. Sicuramente il “centro-sinistra”, se ancora così possiamo permetterci di definirlo, dovrà cambiare molte cose rispetto alla gestione approssimativa ed incompiuta dell’ultima fase governativa.
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Il programma del Centro Destra
Il cuore del programma politico del Centro Destra circa il lavoro, per le prossime elezioni, è l’occupazione giovanile, e come pensare che non sarebbe stato così! Secondo i portavoce del candidato Premier, che ha recentemente rinnovato il sacrale “patto con gli italiani” nella sagrestia di Bruno Vespa, uno degli obiettivi del Centro Destra per la prossima legislatura sarà quello di arrivare alla piena occupazione giovanile, utilizzando strumenti che in questo momento non vengono adeguatamente presi in considerazione dalle aziende nella loro forma ideale: stage, apprendistato e formazione devono essere alla base di un percorso di inserimento nel mondo del lavoro per i più giovani, che devono poter ambire a un contratto a tempo indeterminato.
Nel programma del Centro Destra compaiono anche gli incentivi per l’assunzione dei diversamente abili e maggiori tutele per le donne lavoratrici. Sono tutte misure apprezzabili e condivisibili ma, naturalmente non sono state indicate le misure con le quali un eventuale Governo del Centro Destra vorrà attuarle.
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Il programma del Movimento Cinque Stelle
I pentastellati, che rappresentano la parte politica più giovane e inesperta in corsa per il Governo per la prossima legislatura, fanno ruotare il loro programma di welfare attorno alla riduzione della disoccupazione giovanile, che in Italia ha percentuali altissime, tra le più elevate d’Europa. La strada per raggiungere questo risultato, secondo il Movimento Cinque Stelle, è da trovare in una maggiore capacità di investimento nei settori tecnologici, considerati attualmente un moltiplicatore occupazionale. Questa è una delle affermazioni più giuste e condivisibili in questo momento, ma tra il dire ed il fare, come sappiamo… Gli ostacoli naturali, posizionati accuratamente lungo la via, dall’assurda ed elefantiaca burocrazia italiana, non permettono di progettare l’innovazione. La creazione di nuovi posti di lavoro è un obiettivo portante per il Movimento Cinque Stelle, che per raggiungere questo risultato, punta anche alla drastica riduzione della tassazione sulle nuove assunzioni, ma anche sulla generazione di nuove imprese. Altrettanto importante, in un clima di agevolazioni, è il reddito di cittadinanza, che il Movimento porta avanti ormai da tempo, che consiste nell’introduzione di un reddito minimo di 780 euro per i single e fino a 1.950 euro per le famiglie con almeno due figli. L’unico dubbio è dove possano essere trovate le coperture per simili manovre, un dubbio grande più o meno il doppio della deturpata penisola italiana.