L’Italia è il terzo paese in Europa ad avere il costo del lavoro più alto tra i 34 paesi dell’area, solo dopo Belgio e Germania. Un triste quadro emerso dal Rapporto Taxing Wages dell’Ocse sul cosiddetto cuneo fiscale che, tra il 2017 e il 2018, è avanzato dal 47,7% al 47,9%, attestandosi di quasi 12 punti sopra la media stabilita dall’organizzazione economica. In Italia le imposte sul reddito e i contributi di sicurezza sociale combinate assieme rappresentano l’85% del cuneo fiscale totale, rispetto al 77% del cuneo fiscale medio dell’Ocse.
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Secondo i calcoli dell’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico, in Italia la percentuale di imposte e dei contributi a carico del datore di lavoro o del contribuente per le famiglie monoreddito toccano quasi quota 39,1% contro una media, calcolata sempre dall’Ocse, del 26,6%. Per questa categoria, peggio di noi va solo la Francia, anche se, come ha fatto notare Federcasalinghe, di fatto in Francia le famiglie monoreddito godono di un sostegno economico e di servizi inimmaginabili in Italia.
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Quanto agli altri dati, l’Ocse fa sapere che l’Italia si colloca al terzo posto per quello che riguarda i lavoratori single, con un cuneo fiscale pari al 47,9%, in crescita dello 0,2% sul 2018, a fronte di una media del 36,1%. Quanto ai calcoli sul netto in busta paga, per l’Ocse una famiglia italiana con due figli a carico arriva a percepire l’80% del reddito, anche qui sotto la media Ocse dell’85,8%. In generale per l’Ocse aumenta il peso del fisco sui salari in Italia, in controcorrente rispetto alla media del mondo industrializzato.
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