Troppo lavoro fa male. A dirlo è l‘Università di Trento che, sulla base di uno studio condotto con la collaborazione dell’Università di Bologna, è giunta a una conclusione un po’ scontata: lavorare troppo e non staccare mai la spina può rivelarsi deleterio tanto sul fronte psicologico quanto su quello fisiologico.
I risultati dello studio
I risultati degli studi sono inequivocabili. Dalle analisi effettuate su 311 partecipanti – per lo più liberi professionisti, imprenditori e dirigenti – è emerso che chi lavora troppo tende a rimanere vittima di malessere affettivo, ansia e depressione, oltre ad essere più esposto al rischio di ipertensione.
I liberi professionisti sono le categorie più colpite
I liberi professionisti sono più esposti a un carico di lavoro eccessivo (ribattezzato “simpaticamente” workaholism). Questi tipi di lavori – non avendo orari definiti né stipendi certi – sono accompagnati da alti livelli di stress e di ansia, dovuti alla paura di non raggiungere l’obiettivo prestabilito. Ma anche tra i dipendenti può verificarsi quella che può essere considerata una vera e propria patologia. Gli autori dello studio consigliano quindi di «non alimentare questo fenomeno e anzi, di prevenirlo attivamente evitando un degradamento significativo delle condizioni di benessere delle risorse umane e della loro vitalità».
Viviana Bottalico