Il tema del welfare aziendale è sicuramente uno dei più caldi e più discussi degli ultimi anni. Le contaminazioni del mondo anglosassone e d’oltre oceano hanno portato molte aziende nazionali ad adattare e a rinnovare il concetto di welfare aziendale, mettendo a disposizione dei propri dipendenti nuovi servizi che possano agevolarli nella vita quotidiana, permettendo loro di essere più produttivi per l’azienda. Ci spieghiamo meglio: le possibilità offerte con questa pratica, sollevano i dipendenti da alcuni doveri che altrimenti dovrebbero essere portati a termine in modo coordinato con l’attività lavorativa, con tutte le difficoltà del caso. E’ sempre bene fare una distinzione fondamentale tra due tipi di welfare aziendale, quello obbligatorio e quello che potremmo definire spontaneo. Nel primo caso, si tratta delle pratiche regolate e previste dalle normative vigenti, nel secondo caso invece si tratta di servizi extra che l’azienda mette a disposizione dei dipendenti per migliorarne e facilitarne la vita di tutti i giorni. L’obiettivo primario è quello di ottenere il benessere del dipendente. Questo tipo di prestazioni possono essere inserite all’interno del contratto di lavoro oppure erogate in determinate circostanze sotto forma di premi di produzione. Il welfare aziendale ha solitamente alcuni obiettivi primari: migliorare la vita del lavoratore, migliorare l’offerta che l’azienda gli rivolge e concedere prestazioni talvolta irraggiungibili sia per fascia di reddito sia perché negoziabili soltanto da realtà aziendali importanti. Quali possono essere dunque gli strumenti a disposizione di un’azienda, sotto forma di welfare aziendale, per conquistare i propri dipendenti? Andiamo a vedere alcuni esempi insieme.
Le pratiche più diffuse di welfare aziendale, ecco come sostenere i propri dipendenti
Esistono diverse pratiche di welfare aziendale, alcune nate ancor prima che questo concetto assumesse una connotazione ben precisa e diventasse prassi per quasi tutte le aziende medio-grandi. Un esempio può essere quello dei buoni pasto. Questo strumento permette al dipendente di avere una sorta di retribuzione integrativa che la risorsa può investire per fini alimentari. Il dipendente infatti può utilizzare i buoni pasto negli esercizi di ristorazione ma anche per fare la spesa al supermercato e in alcuni casi anche in piccole attività commerciali. Questo strumento permette al dipendente di essere più libero ed è meno vincolante di una semplice convenzione con la mensa aziendale oppure con i ristoranti situati nelle aree limitrofe all’azienda. Un’altra pratica molto diffusa presso le aziende è quella di dare premi di produzione extra-contratto ai dipendenti: la condivisione degli obiettivi è importantissima per il raggiungimento degli stessi e in questo modo si vedono valorizzati anche i risultati raggiunti.
I nuovi strumenti di welfare aziendale che si stanno diffondendo in questi anni
Nelle aziende più moderne, è sempre più facile trovare la figura del “maggiordomo aziendale”: si tratta di una risorsa ampiamente utilizzata dalle aziende statunitensi, che serve a svolgere le mansioni e le commissioni al posto dei dipendenti che in questo modo non sono costretti a utilizzare permessi e possono lavorare senza preoccupazioni. Infine, un altro strumento di welfare aziendale può essere il sostegno al trasporto pubblico: con alcuni contributi nell’acquisto di abbonamenti e biglietti per i mezzi pubblici, si facilitano i dipendenti a raggiungere la sede aziendale, in particolare se situata in pieno centro.
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