La situazione nel Donbass è drammatica. Negli ultimi giorni l’esercito russo ha intensificato l’offensiva contro la prima linea ucraina e contro i maggiori centri della regione ancora in mano all’esercito ucraino. La città di Severodonetsk starebbe per cadere in mano di Mosca, così come altre decine di centri abitati. E ora gli uomini di Putin starebbero preparando l’assalto finale su larga scala contro la zona di Slovyansk, base delle forze di difesa ucraine nella regione. Intervistato dalla tv francese Tf1, il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov mostra il bastone e la carota al presidente ucraino Zelensky e ai suoi alleati occidentali.
“La nostra priorità assoluta è la liberazione delle regioni di Donetsk e Luhansk nel Donbass che ora sono riconosciute come Stati indipendenti dalla Russia”, afferma Lavrov intervistato al canale televisivo francese Tf1. “Non intendiamo dire che le porte della ripresa del dialogo siano chiuse. – precisa il ministro degli Esteri russo – Ma giudicheremo le intenzioni dell’Europa solo da azioni concrete”.
“Abbiamo imparato la lezione. – prosegue ancora Sergei Lavrov – In questo senso la situazione è cambiata rispetto alla fine della Guerra Fredda. All’epoca si parlava molto di valori umani universali, del futuro condiviso dell’Europa dall’Atlantico all’Oceano Pacifico. Erano parole nobili. Ma non appena si è trattato di fare dei passi concreti e di tradurre quegli slogan in azioni, l’Europa ha dimostrato riluttanza”, conclude con tono amareggiato.
“Nelle ultime 24 ore i militari ucraini hanno respinto 14 attacchi, distrutto due sistemi artiglieristici, 11 unità di mezzi corazzati, 10 auto del nemico e abbattuto due missili da crociera e tre droni di tipo Kub”, fa sapere intanto sul suo canale Telegram il governatore della regione di Luhansk, Serhii Haidai, attualmente costretto ad un esilio forzato.
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