Fitch e Moody’s, le due agenzie di rating salite alla ribalta delle cronache quando andava di moda ragionare sullo spread, tornano a farsi sentire in una nota, ammonendo l’Italia che si appresta ad affrontare una crisi di governo.
“Le dimissioni di Mario Draghi da presidente del consiglio italiano dopo una spaccatura nel suo governo di unità nazionale annunciano una maggiore incertezza politica anche se venissero evitate le elezioni anticipate”, annuncia Fitch, proseguendo: Le implicazioni di breve termine per la politica economica e di bilancio dipendono dagli esiti politici, ma è probabile che le riforme strutturali e il risanamento di bilancio diventino più impegnativi”.
“I recenti sviluppi sono ampiamente in linea con la nostra visione di lungo termine sul fatto le divisioni tra i partiti della coalizione che supportano il governo di unità, che si è insediato nel febbraio 2021, possano ampliarsi con l’approssimarsi delle prossime elezioni generali (attese entro giugno 2023), indebolendo potenzialmente l’agenda politica del governo”, aprendo di fatto a conseguenze non chiare.
Il controcanto di Moody’s: “I recenti eventi sono negativi per il credito e aumentano il rischio di elezioni anticipate”. Anche se Draghi rimarrà premier, “l’attuazione delle politiche sarà più difficile in vista delle elezioni, in particolare per le politiche necessarie per sbloccare la terza rata dei fondi di risanamento dell’UE”. Prosegue l’agenzia: “Il governo potrebbe anche avere difficoltà a trovare un accordo sul bilancio 2023, che dovrà presentare alla Commissione europea entro ottobre, o su politiche per gestire i rischi legati alla dipendenza dell’Italia dal gas russo”.