Giorni e giorni di accuse reciproche, con il governatore della Lombardia Attilio Fontana ha puntare il dito contro il governo Conte e l’esecutivo a rispondergli. Fino a che, alla fine, non è arrivata l’ammissione di responsabilità: la Regione avrebbe potuto istituire la zona rossa tra i comuni di Alzano Lombardo e Nembro, centro del focolaio bergamasco del covid-19, che il premier non si decideva ancora ad attivare, ma a sua volta non l’ha fatto. Inutile, dunque, tentare di scaricare soltanto su Palazzo Chigi il peso di una scelta che ha visto più colpevoli e, soprattutto, ha fatto precipitare rapidamente la situazione nell’area.
A spiegarlo è stato l’assessore lombardo al Welfare, Giulio Gallera che ha chiarito durante la trasmissione Agorà su Rai Tre: “Ho approfondito e effettivamente c’è una legge che lo consente. Perché allora non è stata create subito la zona rossa che avrebbe forse contenuto gli effetti tragici del contagio? Noi eravamo convinti che sarebbe stata attivata la zona rossa di lì a pochi minuti e non avrebbe avuto senso fare un’ordinanza, quando tutti i fatti concludevano che il Governo la stava facendo”.
Il riferimento di Gallera è all’articolo 32 della legge 833 del 1978, il Testo Unico che regola in Italia e attribuisce le competenze legislative a Stato e Regioni in materia Sanitaria. Al comma 1 del testo si stabilisce la possibilità per il Ministro della Sanità di emettere ordinanze urgenti in materia di igiene e sanità pubblica. Il comma 3, però, prevede che lo stesso possa essere fatto “dal presidente della giunta regionale o dal sindaco con efficacia limitate al territorio da essi governato”.
Gallera ha poi aggiunto: “Il 5 marzo arriva ad Alzano e Nembro un cospicuo numero di militari e, a quel punto, con anche l’indicazione dell’Istituto Superiore di Sanità, ci aspettavamo l’istituzione della zona rossa. Noi il 4 o il 5 marzo avremmo potuto farla? Sì, può essere. Ma aveva senso farla, quando avevamo l’evidenza che il governo la stava per emanare?”. Pochi giorni dopo sarebbe scattato il lockdown per tutta Italia. Nel frattempo, però, si era perso tempo prezioso. E le colpe, sembra ormai evidente, vanno ricercate un po’ in tutte le parti, che hanno sottovalutato la gravità della situazione.
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