Il M5S si prepara ad un percorso ad ostacoli in vista dell’elezione del nuovo presidente della Repubblica. Nei prossimi giorni sono previste riunioni di parlamentare per decidere una linea comune sul Quirinale. Intanto, però, la chat interna degli onorevoli si infiamma. È il senatore Vito Crimi ad accendere la miccia della polemica interna, accusando i colleghi di fare confusione, rendendo così ininfluente il voto pentastellato. L’unica soluzione, secondo lui, sarebbe una “delega totale” al leader Giuseppe Conte. Ma le sue parole scatenano un putiferio.
“Davvero pensiamo che una partita come il Quirinale si possa decidere in assemblea?”, prorompe Vito Crimi nella chat dei senatori del M5S. È la mattina di domenica 9 gennaio e Crimi, ex reggente del Movimento prima della nomina di Conte, ricorda a tutti che, nel 2013 e nel 2015, “quando abbiamo fatto votare gli iscritti, lo abbiamo fatto da opposizione, quando sapevamo che non sarebbe servito a nulla. Ne eravamo consapevoli che il nostro voto no contava un ca…Ma serviva a fare rumore e lo abbiamo fatto”.
“Stavolta per contare ed evitarci Silvio Berlusconi al Colle, serve una persona. – prosegue Crimi nel suo sfogo – Il capo, coadiuvato dai due capigruppo, deve avere la delega totale. Deve avere la possibilità di presentarsi con un tot di voti necessari alla elezione e poter quindi essere il player principale. Solo che questo sogno lo avete già frantumato trasmettendo un chiaro messaggio di sfida della serie ‘io voterò chi ca… mi pare”. E avete già ammazzato ogni possibilità di contrattazione seria e di essere influenti. Non c’è più storia. Il danno è fatto e quando avremo un nome del ca… al Quirinale, ricordatevelo”. Così Crimi attacca i suoi colleghi senza fare sconti.
Il capo delegazione pentastellato al governo, Stefano Patuanelli, concorda in pieno con le parole di Crimi. Ma l’ex sindaco di Roma, Virginia Raggi, continua ad insistere sulle quirinarie. “Premesso che sul Quirinale ho un’idea precisa ma non voterò ‘come ca mi pare’, trovo sconcertante quel che scrivi. – sbotta invece il senatore Primo Di Nicola – Strumentale e cinico. Denota una mancanza di rispetto per chi vi ha votati e ha partecipato a quelle votazioni. Un comportamento che spiega molte delle cose accadute e quelle che potrebbero accadere. Il sogno del M5S lo stai seppellendo tu”. E un altro collega a microfoni spenti aggiunge: “Vogliono spingere il movimento alla rottura con queste provocazioni. Non siamo un partito padronale, né con un messaggio si può pensare di chiudere una discussione collettiva”.
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