Una chat dal nome emblematico, “Basta dittatura”. Con il simbolo di una svastica con la striscia “Dittatura Covid”. Gli iscritti, tutti rigorosamente no vax, sono oltre 40 mila. Un gruppo Telegram all’interno del quale in queste ore è comparso un inquietante invito: “Facciamo cagare un po’ sotto il governo”. Una dichiarazione d’interni che ha spinto le forze dell’ordine a seguire da vicino la situazione, con la stampa che nel frattempo si è mossa per attirare l’attenzione su quanto stava accadendo.
Oltre all’invito all’azione, sul gruppo sono comparsi il numero di telefono dell’ufficio del presidente del Consiglio, la Pec, il numero dell’ufficio per la Comunicazione, quello per il programma di governo, il nominativo e numero diretto fisso del capo di quest’ultimo ufficio. Dati in realtà facili da reperire online, ma pubblicati tutti insieme con l’invito a “sfruttarli” a dovere.
Come scrive Repubblica, “la tecnica che stanno adottando questi gruppi, in parte infiltrati e guidati da formazioni neofasciste, è quella della intimidazione di molti a danno di singoli, istituzioni o aziende colpevoli, a loro dire, di difendere il ‘regime’. E quindi, in questi giorni si pubblicizza la distribuzione di moduli di disdetta a Cgil, Cisl e Uil e promessa di uno sciopero generale il 6 settembre indetto ‘dal popolo’; mail dei dirigenti di Ryanair colpevoli di propaganda pro Green pass; numero di cellulare del medico che accetta solo pazienti vaccinato, bombardato di chiamate anche nel cuore della notte”.
L’ultimo passaggio è stato quello di puntare direttamente al governo, indicato come nuovo bersaglio principale. Per ora, con il solo intento di creare un po’ di fastidio con telefonate continue, mail minacciose e via dicendo. In un clima, però, di rabbia crescente.
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