Dichiarazioni a sorpresa nell’aula del Tribunale di Frosinone dove si sta svolgendo il processo a carico dei due fratelli Marco e Gabriele Bianchi, accusati insieme agli amici Francesco Belleggia e Marco Pintarelli di aver ammazzato di botte il giovane Willy Monteiro Duarte. Omicidio avvenuto a Colleferro nella notte tra il 5 e il 6 settembre 2020. A decidere di parlare per la prima volta di fronte ai giudici è Gabriele Bianchi, la cui posizione processuale risulta la più grave insieme a quella del fratello. Durante l’udienza del 18 novembre, Gabriele Bianchi nega di aver mai colpito Willy.
“Non ho colpito Willy. – dichiara Gabriele Bianchi – Ma ho spinto e dato un calcio al petto a Samuele Cenciarelli (amico di Willy ndr). Me ne vergogno, e chiedo scusa a lui e alla sua famiglia. Ma quando sono arrivato e ho visto che guardava fisso Omar e mio fratello, temendo potesse colpirli, gli ho sferrato un calcio al petto, facendolo finire contro una macchina”. Questa la versione di uno dei presunti assassini del giovane di origini capoverdiane.
“Siamo stati accusati dalla feccia di Colleferro che, davanti alle telecamere, ha parlato male di noi, dandoci dei mostri senza nemmeno conoscerci. – così si difende nel processo Gabriele Bianchi – Perfino i nostri amici sono stati influenzati dalla situazione mediatica. Alcuni manipolati da genitori preoccupati che potessero finire nei guai. In parte posso capirli, so che sono stati minacciati solo per essere nostri amici”, conclude.
In precedenza, anche il fratello Marco aveva rilasciato alcune dichiarazioni. “Non sono un mostro come mi hanno descritto. – aveva detto ai giudici – Ho sempre detto la verità, a differenza di altri. Se sbaglio pago, non ho paura della galera. Sono uno che ammette sempre le proprie responsabilità”.
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