A vederlo così, dall’esterno, verrebbe quasi da pensare che Matteo Salvini stia perdendo un po’ il lume della ragione. Con tutto il rispetto, per carità. Ma non si può che storcere il naso di fronte allo sbracciarsi di un leader politico che continua a chiedere di far ripartire il Paese, interrompendo la stagione delle chiusure e delle limitazioni, mentre i suoi stessi ministri intando mettono la firma su un piano di contenimento anti-Covid 19 che prevede, sostanzialmente, nuove strette, in un’Italia che si prepara a una Pasqua blindata. Qualcosa, decisamente, non torna.
Soltanto 24 ore prima degli annunci di Mario Draghi, che spiegava agli italiani le misure adottate da un governo che vede anche la Lega tra i suoi sostenitori principali, Salvini scriveva su Facebook, come nulla fosse: “Servono interventi mirati ed efficaci, che mettano in sicurezza i cittadini delle zone più a rischio, senza però chiudere tutto in tutta Italia e senza penalizzare dunque i territori dove i contagi sono sotto controllo. Inoltre, ritengo che nei weekend non servano più chiusure, ma più controlli”. Poco dopo, ecco il premier annunciare il passaggio dell’Italia intera in zona arancione o rossa, con tutte le restrizioni del caso.
Per non parlare degli auguri di una Pasqua serena per gli italiani che Salvini aveva lanciato nei giorni precedenti, costretti a scontrarsi con il lockdown nazionale annunciato sempre da Draghi per le prossime festività. No, qualcosa decisamente non torna. E molti utenti hanno scherzosamente sottolineato come il leader della Lega stia iniziando ad assomigliare sempre più a quei “matti di Paese” che sproloquiano in piazza, vantandosi di imprese mirabolanti o incredibili possedimenti: “Il resto degli abitanti passa, sorride e se ne va, come nulla fosse”.
La strategia del leghista, a lungo andare, inizia così ad apparire tragicomica: lui invoca aperture e respiro per commercianti e ristoratori, il governo di cui il suo stesso partito è attore protagonista prosegue invece con una politica attenta, di restrizioni e chiusure, chiedendo altri sacrifici alle famiglie. Una strategia che, finché c’era Conte a Palazzo Chigi, era ritenuta scellerata, distruttiva. E che ora, invece, pare andar bene. Con il rischio, però, che nel frattempo sempre meno persone prendano sul serio quello che esce dalla bocca di Salvini.
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