Tutti ai piedi di Rocco Casalino. L’ex Grande Fratello che sì, in queste ore è finito nella bufera per la diffusione dell’audio in cui minaccia i dirigenti del Mef. Ma che è anche l’uomo attorno al quale si è subito stretto il Movimento Cinque Stelle, schierato a difesa del suo portavoce in maniera compatta, granitica. Metterlo in discussione, d’altronde, non è ipotesi nemmeno contemplabile. Un intoccabile, come spiegato sulle pagine de Il Giornale da Nicola Biondo, ex capoufficio stampa del M5s alla Camera: “Ho appena parlato con un importante parlamentare del Movimento che mi ha detto: Guarda che noi abbiamo provato mille volte a buttarlo fuori ma non c’ è stato mai verso, ogni volta arrivava il veto di Luigi e di Davide. Casalino è intoccabile perché è il custode della trasformazione del M5s da movimento a partito di Di Maio e Davide Casaleggio. La leadership di Luigi durerebbe mezz’ora senza Casalino”.
Un caso che, però, continua a far discutere. Sotto il profilo dei possibili reati, innanzitutto, con Casalino che potrebbe essere accusato di “
minaccia a corpo politico, amministrativo o giudiziario per turbarne l’attività (art. 338 codice penale)”. E sul piano politico, con gli addetti ai lavori che continuano a far trapelare indiscrezioni sul potere, quasi illimitato, dell’uomo a capo dell’apparato comunicativo pentastellato. Tutti gli obbediscono, ministri compresi, con sole tre eccezioni: la coppia Luigi Di Maio e Matteo Salvini, innanzitutto, di fronte ai quali Rocco fa puntualmente un passo indietro stando attento a mostrarsi concorde con l’opinione di entrambi, ogni volta che questo è possibile.Poi c’è il ministro dell’Economia Tria, una delle figure più discusse del governo Conte, intorno al quale si sono accesi nei giorni scorsi diversi focolai polemici e che può però contare sull’appoggio del Quirinale e della Banca d’Italia. Un po’ troppo per poter cercare uno scontro frontale che, infatti, viene puntualmente evitato da Casalino, anche quando i nervi sono tesi. Infine un altro duo, meno in vista dei vicepremier ma altrettanto rognoso: Roberto Chieppa (Segretario Generale della Presidenza) ed Ermanno De Francisco (Capo del Legislativo della Presidenza), due consiglieri di Stato scelti da Conte personalmente e che operano indisturbati a Palazzo Chigi. Infine, sottolinea Dagospia, c’è il rapporto con Giorgetti, il numero due di Salvini, con cui i rapporti sono meno definiti ma comunque da affrontare in punta di piedi onde evitare di scatenare l’ira del leader del Carroccio.