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Le proposte del governo per incentivare la natalità: “Niente tasse per chi ha almeno due figli”

Niente tasse per chi fa figli o ne ha almeno due. Prima la propaganda sulla presunta sostituzione etnica da parte del cognato di Meloni, il ministro per l’Agricoltura, Francesco Lollobrigida. Poi le parole della presidente del Consiglio: “incentivare le famiglie a mettere al mondo figli, puntando sulla grande riserva inutilizzate che è il lavoro femminile”. A scapito dei migranti, che sono già qui, e che magari sono anche donne. Per concretizzare questo pensiero, il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, punta alla politica di tasse zero per chi fa figli e per chi ne ha almeno due a carico. Di cosa si tratta.
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Detassare le famiglie con figli, la proposta del governo

La proposta di Giorgetti: “Niente tasse per chi fa figli o ne ha almeno due”

Ecco l’idea del ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, che propone una politica riassumibile nello slogan: “niente tasse per chi fa figli o ne ha almeno due”. La base del suo ragionamento è che l’Istat segnala una natalità al minimo storico: meno di 7 nascite e più di 12 morti ogni mille abitanti. Il Foglio rivela l’esistenza di un dossier sul tema, con l’idea “clamorosa” di Giorgetti. “La proposta di Giorgetti: presentare entro l’anno un bonus famiglie modello ‘110%’ pensato per i genitori con figli. In sintesi, niente tasse per chi fa figli”. Secondo il ministro, il governo deve fare “una proposta politica per il futuro che parta da quella che è la nostra crisi più profonda”.

Una proposta che, a nome dell’esecutivo, “il ministro formalizzerà nei prossimi giorni: i nuclei familiari composti da almeno due figli non pagheranno le tasse. Tutte le tasse? Probabilmente no, ma il meccanismo è già chiaro e a suo modo è dirompente”.
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Il pericoloso parallelismo con la politica demografica fascista

Sebbene il ruolo della donna che il governo Meloni vuole promuovere sia ben diverso da quello della retorica del Ventennio, con la scomparsa dell'”angelo del focolare” in favore di una figura più inserita nelle dinamiche capitalistiche, non si scioglie l’idea della demografia mussoliniana. I libri di storia, i numeri e le statistiche raccontano una realtà fallimentare. La natalità nel 1926 era di 27,7 nati per 1000 abitanti. Questa si ridusse ancora fino al dato di 22,4 nel 1936. Si riprese solo lievemente in per riprendersi, ma solo debolmente, dopo i provvedimenti conseguenti al Gran Consiglio, raggiungendo il valore di 23,5 nati per 1000 abitanti nel 1940. Sarebbe importante evitare il pericoloso parallelismo storico, ma trarre una qualche lezione dalle politiche demografiche.

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