Come era logico attendersi, la conferenza stampa di fine anno di Mario Draghi sta facendo molto discutere. Addetti ai lavori e semplici cittadini si stanno chiedendo se il presidente del Consiglio abbia davvero in mente di trasferirsi presto al Quirinale o di restare a Palazzo Chigi. Alcune sue dichiarazioni però, in particolar modo quella in cui si definisce un “nonno al servizio delle istituzioni”, lascerebbero intendere che il suo desiderio sia quello di succedere a Sergio Mattarella. E sui social si scatena la polemica.
“Non immagino il mio futuro all’interno e all’esterno delle istituzioni, l’importante è vivere il presente al meglio possibile, questo è quello che cerco di fare. – dichiara Draghi – E tutti i componenti del governo hanno lavorato sul presente senza chiedersi quello che sarà il futuro. I miei destini personali non contano assolutamente niente. Non ho particolari aspirazioni di un tipo o dell’altro. Sono un uomo, se volete un nonno, al servizio delle istituzioni. La responsabilità della decisione – prosegue – è interamente nelle mani delle forze politiche, non nelle mani di individui. Sarebbe un fare offesa all’Italia, che è molto di più di persone individuali”.
“Ora è ufficiale: Draghi è il candidato per il Quirinale. E il governo vada avanti, con questa maggioranza”, scrive su Twitter Massimo Giannini. “Un ‘nonno al servizio delle istituzioni’. Anche questa formula porta al Colle”, chiarisce il concetto con un altro cinguettio il direttore de La Stampa. Sulla sua stessa lunghezza d’onda anche la sua collaboratrice sul quotidiano torinese, Annalisa Cuzzocrea, che cita una frase appena pronunciata dal premier: “A differenza di quel che si dice in giro, ogni decisione del governo sulla pandemia è guidata dai dati, solo dai dati, non dalla politica”.
“Mi dicono che qualcuno si stia meravigliando dei giornalisti che battono le mani a Draghi in conferenza stampa”, ironizza invece Fabio Dragoni de La Verità. “Un ‘nonno al servizio delle istituzioni’ o le istituzioni al servizio di un ‘nonno’? Ci pensino bene i leader: dal Colle, più facile che dia l’incarico al suo barista di Città della Pieve che non a uno di loro”, avverte il suo compagno di giornale Daniele Capezzone. “Applausi scroscianti dei tifosi, ah no dei watchdog. E Draghi apre con un ‘resoconto’ quasi conclusivo (anche se non c’è nulla di concluso). Poi dice: ‘Indipendentemente da chi ci sarà’, prefigurando l’incoronazione. Ma già pretende – dopo – una maggioranza uguale. Monarchia?”, ci mette poi il carico su Twitter l’ex parlamentare berlusconiano.
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