Economista, istruttore sportivo. Ma soprattutto uno dei volti più noti delle Sardine, il movimento che trascina in piazza, in ogni città d’Italia, gli italiani che hanno deciso di dire no ai sovranisti, schierati contro la destra rappresentata da Giorgia Meloni e Matteo Salvini. Lui, Mattia Santori, a 32 anni ha acceso la scintilla insieme ad altri tre ragazzi (Giulia Trappoloni, Andrea Garreffa e Roberto Morotti). Ora la prova del fuoco, con la manifestazione in programma a Roma, a San Giovanni, sabato 14 dicembre.
Santori però non si fa ingannare dai recenti sondaggi, quelli che vogliono 1 italiano su 4 interessato alle Sardine, e spiega a Repubblica: “A noi interessa solo chi ci mette la faccia e il corpo, quanti fisicamente si avvicinano a noi. A Roma deve succedere qualcosa di grande, altrimenti chi manifesta nelle altre città si sentirà solo. I sondaggi però qualcosa di buono lo dicono, e cioè che non veniamo visti soltanto come un movimento anti-Salvini, ma schierato a difesa di qualcosa che dovrebbe interessare tutti: un linguaggio più rispettoso, la ricostruzione di un tessuto democratico”.
“Negli eventi delle Sardine si ritrovano omosessuali e cattolici, comunisti e centristi, 5 Stelle e moderati di centrodestra, renziani e militanti del Pd. Ma c’è soprattutto tanta gente che era assente dalla scena della politica. Questa è la chiave. Un senso di unità. Non di fronte a un nemico comune come è il governo giallorosso, ma in difesa di un confronto equilibrato, di regole di convivenza civile. Abbiamo ricevuto l’apprezzamento dell’Anpi e delle associazioni cattoliche, degli animalisti e dei sindacati. Gente a cui sta a cuore il nostro destino democratico”.
Santori ha però ribadito di non voler trasformare le Sardine in partito politico: “Mi ha sorpreso il fatto che Pd e Cinque Stelle, il cui elettorato rappresenta gran parte delle nostre piazze, abbiano rispettato la nostra autonomia. I partiti più piccoli invece hanno provato a strumentalizzarci. Potere al Popolo, in maniera sporca, si è infilato nella piazza di Firenze. Mentre Rifondazione è venuta a fare volantinaggio dove non doveva”.
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